Con l’America che è finalmente arrivata, dopo 17 mesi di campagna elettorale e quasi tre miliardi di dollari bruciati, alla vigilia dell’election day in una situazione praticamente di parità tra Barack Obama e Mitt Romney, molti temono per la notte elettorale la replica dell’incubo del "too close to call", cioè con un distacco troppo ristretto tra i due candidati per dichiarare un vincitore, proprio come avvenne nel 2000 nella sfida tra George W. Bush e Al Gore. Ecco, dunque, alcuni dei possibili scenari, che si intrecciano con le leggi elettorali americane che, come è noto, sono quanto mai complicate e labirintiche. STALLO ELETTORALE IN OHIO SUL MODELLO DI FLORIDA 2000: anche se gli osservartori continuano a sottolineare che ci sono buone possibilità che l’election night si chiuderà con un vincitore certo, gli occhi di tutti sono puntati sullo stato del mid west, dove si combatte la principale battaglia, e dove sono arrivati già da giorni eserciti di avvocati di entrambi gli schieramenti che fanno temere la possibilità di ricorsi e riconteggi, come fu 12 anni fa in Florida. In ogni caso, la legge dello stato prevede un riconteggio automatico nel caso che tra i due candidati vi sia uno scarto inferiore allo 0,25%, un riconteggio che comunque non potrebbe iniziare prima che vengano certificati, entro il 27 novembre, i risultati delle 88 diverse contee. Senza contare quello che viene definito un vero e proprio "incubo logistico", cioè il voto per posta, il famoso absentee ballot. Sono 350mila gli elettori che hanno fatto richiesta della scheda per posta che ancora, a pochi giorni dal voto, non l’hanno ancora inviata: se martedì si presenteranno alle urne per votare direttamente voteranno su una scheda provvisoria che dovrà essere soggetta ad uno scrutinio particolarmente severo per scongiurare un doppio voto. Scrutinio che ovviamente necessiterà di maggior tempo. Se l’Ohio si confermerà come la Florida del 2012, dobbiamo cominiciare ad imparare un nome, quello di John Husted, il segretario di stato repubblicano dell’Ohio che, in caso di stallo, potrà giocare un ruolo importante nella partita decisiva per la Casa Bianca. POSSIBILI RITARDI E PROBLEMI AI SEGGI: il ricorso senza precedenti all’early vote, si stima che alla fine sarà il 40% degli elettori a sceglierlo, dovrebbe rendere più facile ed agevole l'election day. Ma si prevedono problemi soprattutto a causa delle nuove leggi entrate in vigore che richiedono che gli elettori mostrino, contrariamente a quanto avveniva in passato, documenti di identità con foto. A queste leggi, passate negli ultimi due anni in nove stati controllati dai repubblicani si sono opposte i democratici, denunciandole come un tentativo di rendere più difficile il voto a minoranze - secondo uno studio della New York University School of Law 21 milioni di elettori afroamericani, vale a dire l’11%, non hanno documenti di identità con fotografie - anziani e ceti più poveri. Giudici federali hanno bloccato l’applicazione di questa legge in quattro stati: Pennsylvania, Mississippi, Texas e Wisconsin. L’IMPATTO DI SANDY SULLO SVOLGIMENTO VOTO: non si prevede che la tempesta che una settimana fa ha colpito il North East, dal momento che gli stati dove si sono registrati i danni maggiori, e quindi avranno maggiori difficoltà nello svolgimento delle oeprazioni di voto, sono solidamente democratici: New York, New Jersey e Connecticut. Un netto calo dell’affluenza in questi stati se non è destinato a cambiare la mappa dei voti elettorali, potrebbe però abbassare la percentuale del voto popolare di Obama, aumentando la possibilità, già prospettata dagli analisti di uno split vote. SPLIT VOTE, UN CANDIDATO VINCE VOTO POPOLARE MA L’ALTRO SI AGGIUDICA QUELLO ELETTORALE: è questa l’evenienza che da giorni gli analisti prospettano, vedendo come la situazione di parità nei sondaggi tra Romney ed Obama nella mappa elettorale si trasforma in un vantaggio per il presidente in carica. Non sarebbe comunque la prima volta di un presidente eletto senza aver avuto la maggioranza dei voti degli americani: come tutti ricordando nelle famose elezioni del 2000, Al Gore ottenne 500mila voti in più ma George Bush divenne presidente dopo che la Corte Suprema lo dichiarò, dopo settimane di battaglie legali, vincitore in Florida. Nella storia vi sono altri tre precedenti elezioni con lo 'split votè: nel 1824 quella di John Quincy Adams, nel 1876 quella di Rutherford Hayer e nel 1888 quella di Benjamin Harrison.