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Liberalizzazioni flop: ora aumentano le tariffe dei taxi

Il pasticcio sulla deregulation ha consentito alla Commissione di congruità di Roma di decidere per un rincaro dei prezzi per le corse delle auto bianche: ora si paga fino al 20% in più
di Andrea Tempestini domenica 22 aprile 2012

2' di lettura

A fare le liberalizzazioni alla Monti, si va a finire coi servizi che costano di più. Il caso dell’aumento delle tariffe dei taxi romani è emblematico. Controparte dei tassinari è il Campidoglio (il provvedimento del governo avendo demandato ai Comuni la regolamentazione del settore) la cui Commissione di congruità, non propriamente sorda alle richieste della categoria, ha prodotto una bozza di piano tariffario. Che, agganciando i prezzi all’inflazione, determina aumenti tra il 12 e il 14 per cento (per le corse brevi, però, si toccano punte del 20 per cento). «Nessun passo indietro sulle liberalizzazioni», aveva detto il premier il 15 marzo scorso quando, col decreto in dirittura d’arrivo, era andato a relazionare a Montecitorio: il governo non aveva ceduto, spiegava, e anzi aveva fatto in modo di «acquistare in realismo e capacità di applicazione». Tanto da annunciare anche la fase due, dato che «l’attività normativa non può dirsi mai finita» ed è necessario «continuare l’opera e andare più in là, per fare una manutenzione intelligente e adeguata». Rilette oggi alla luce delle ultime notizie, le parole del presidente del Consiglio suonano quantomeno un po’ stonate. Esaurita la premessa, si può passare ad esaminare le misure nel dettaglio. Vanno in soffitta le vecchie tariffe 1 e 2 (rispettivamente per tragitti urbani ed extraurbani) ed entra in funzione un sistema a scatti progressivi. Aumentano lo scatto iniziale (da 2,8 a 3 euro), quello ordinario nei giorni festivi (da 4 a 4,5 euro) e quello per il turno di notte (da 5,8 a 6,5 euro). Ritocco all’insù anche per le tariffe fisse: per andare a Fiumicino il prezzo passa da 40 a 45 euro, mentre i 30 euro necessari per Ciampino diventano 35. Il diritto di chiamata attraverso le centrali radio - che ora varia dai 2 ai 6 euro a seconda di quanto tempo il taxi impiega per arrivare - viene unificato a 3,5 euro, mentre saltano i 2 euro fissi per le corse in partenza dalla stazione Termini. Non bastassero gli aumenti, è polemica anche sul congelamento dell’introduzione della cosiddetta ricevuta automatica (a fine corsa, il tassametro produce la stampata che documenta itinerario, costo e numero di scatti). Il Pd accusa il Comune di volere favorire l’evasione e l’assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma, spiega che la decisione non è di competenza della Commissione, ma dell’assemblea e che comunque c’è da aspettare «tempi tecnici necessari per l’adeguamento dei tassametri». E mica si vorranno fare le cose di fretta. di Marco Gorra

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