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I politici peggio di BeferaI vampiri sono in Parlamento

Le lezioni di mister Equitalia danno fastidio, ma i partiti hanno votato il giro di vite sulle riscossioni
di Giuliano Zulin domenica 13 maggio 2012

Peggio i politici del direttore dell'Agenzia delle Entrate

3' di lettura

  Chissà cosa succederà quando dovremo pagare l’Imu? Due o tre rate? A quale aliquota? Come sarà il versamento? Mancano le regole e parecchi sindaci invocano la protesta fiscale. Di sicuro moltissimi  sbaglieranno a compilare  i bollettini fai-da-te, con il rischio di ricevere una cartella da Equitalia l’anno prossimo. Si può continuare così? C’è un sistema fiscale dove il contribuente si trova spaesato nella foresta di leggi tributarie con le liane (cioè i controlli) che ti arrivano in faccia senza rendertene conto. E se vuoi pagare ti scontri con la burocrazia, col computer centralizzato che non va e, talvolta, con l’arroganza di qualche impiegato. Si parla di spettacolarizzazione. Beh, quando partono i blitz in stile Cortina sono tutti lì ad applaudire, ma quando lo show lo fanno chi assale le agenzie delle Entrate, allora non si può parlarne. E bisogna condannare le violenze. Ci mancherebbe. Però è chiaro - pure Mario Monti se n’è accorto - che così non si può andare avanti. Che tartassano solo quelli che non possono difendersi, che usano l’atomica contro chi, al massimo, maneggia miccette. Il problema è - come sostiene anche Giuseppe Bortolussi della Cgia  - che «Equitalia, purtroppo,  è chiamata a svolgere un lavoro molto delicato e poco invidiabile.  È vero che in passato ci sono stati casi di riscossione troppo aggressivi, ma il problema non è chi è chiamato a far rispettare la legge, ma eventualmente la legge stessa che, è bene ricordarlo, da qualche mese è stata modificata per venire incontro alle esigenze dei contribuenti. Ciò non è sufficiente? Bene, il Parlamento intervenga e la modifichi nuovamente, ma non si possono scaricare le responsabilità su chi è chiamato a fare il proprio dovere». Ecco il nocciolo della questione. Le battutine o le lezioncine di Attilio Befera magari danno fastidio, ma dà più fastidio vedere i politici che chiedono agli esattori di essere comprensivi, dopo aver dato il via libera a leggi e regolamenti in stile sceriffo di Nottingham. Forza Italia, Lega, Udc, An, Margherita, Ds, Italia dei Valori, comunisti e centristi vari. Ogni ramo del Parlamento ha avallato il giro di vite sulla riscossione.  Tutto è iniziato nel 2005 -  governo Berlusconi -  riportando la riscossione in mano pubblica. Poi, nel 2007, fu il turno di  Vincenzo Visco: diede vita a  Equitalia (51% in mano all’Agenzia delle Entrate e 49% all’Inps). Gli effetti si sono fatti sentire:   dai 3,7 miliardi racimolati nel 2005 si è passati agli oltre 10 miliardi degli ultimi anni. Vi ricordate le dichiarazioni dell’ex viceministro all’Economia del governo Prodi? Il motto era riscuotere senza pietà. E via con pignoramenti, ipoteche e ganasce fiscali. Ma il peggio è arrivato negli ultimi due anni, per esempio con  «l’applicazione della procedura di sospensione dei pagamenti di ammontare superiore a 10mila euro, da parte della pubblica amministrazione e delle società a prevalente partecipazione pubblica, nei confronti dei soggetti morosi nel pagamento di somme iscritte a ruolo». Insomma: se tu hai un debito col fisco, l’ente pubblico non ti paga i lavori effettuati. Peccato che lo Stato sia in arretrato di un centinaio di miliardi nei pagamenti... Sul sito www.governoberlusconi.it si trova questa frase: «L’Agenzia delle Entrate ha dettato gli indirizzi operativi per la prevenzione ed il contrasto all’evasione fiscale per l’anno 2010. L’obiettivo è di migliorare, oltre alla capacità repressiva, anche la capacità dissuasiva dei controlli, cercando di aumentare il livello di adempimento spontaneo degli obblighi fiscali». E il bello è che non seguono insulti o critiche. Niente. Va bene così. Non a caso è proprio nell’estate scorsa, con Lega e Pdl in maggioranza, che fu approvata la regola più spietata, ovvero quella che concentra la riscossione nell’accertamento. Prima paghi e poi fai ricorso.   L’accanimento di Equitalia tuttavia non ha risolto i problemi dell’evasione, visto che gli incassi rappresentano l’11% circa delle somme contestate. Si fa fatica a recuperare soldi. E non solo per la crisi. I più furbetti scappano, così alla fine paga chi non può svignarsela. Lo dice anche Befera: «Il Parlamento alleggerisca le regole della riscossione». Tocca ai partiti cambiare Equitalia. di Giuliano Zulin  

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