Amministrative, la Lega Nord colleziona schiaffi
Qualcuno poteva aspettarsi risultati anche peggiori dopo l'incredibile serie di scandali che ha travolto il movimento, ma la sostanza non cambia: la Lega Nord esce sconfitta da queste elezioni amministrative. E, onta ancor più grave, il Carroccio è uscito sconfitto nei luoghi simbolo di una storia ventennale: il varesotto e la Brianza su tutti. Il fatto che fa più male di tutti, probabilmente, è il crollo a Besozzo, il paese a pochi metri dalla Gemonio di Umberto Bossi, e a Cassano Magnago, dove il Senatùr è nato. Quindi i crac a Gerenzano e Sumirago completano il quadro della debacle nel Varesotto (dove si salva soltanto Tradate). Persi i feudi brianzoli - Lega sconfitta anche nei due capoluoghi al voto: Como e soprattutto Monza, dove "verde" era il sindaco uscente, Marco Mariani, e dove Bossi aveva chiuso la campagna elettorale. I padani devono arrendersi anche a Mozzo, il paese natale di Roberto Calderoli. Quindi le notizie che arrivano da Crema, dove il deputato Alberto Torazzi non ha raggiunto il 7 per cento. Cattive notizie anche dal cuore della Brianza, dove la Lega ha perso feudi quali Cesano Maderno, Lesmo e Lissone. Uno schiaffo anche da Tosi - Lasciamo parlare le cifre. Il Carroccio in Lombardia mandava al voto 23 sindaci e oggi, di sicuri, ne ha appena 10. Migliore la situazione in Veneto, dove la Lega guidava 17 amministrazioni e dove oggi ne guida 18, mentre in altre due andrà al ballottaggio. Ma è proprio dal Veneto che, paradossalmente, giunge uno degli schiaffi più duri per il Carroccio: la scintillante vittoria di Flavio Tosi a Verona, che è sì della Lega, ma del Carroccio è l'eretico, l'uomo della rottura con Umberto Bossi e che non si è mai fatto troppi problemi a bombardare un movimento mai in difficoltà come oggi.