Con la pensione non riescono ad arrivare nemmeno alla fine del mese. L’unico patrimonio che ancora possiedono è l’abitazione, faticosamente acquistata pagando il mutuo. Ora che hanno finito di pagare le rate e potrebbero godersela, almeno 80mila anziani si sono visti costretti a vendere la propria casa nei primi mesi del 2012. È solo una stima, diffusa dallo Spi-Cgil sull’andamento del mercato immobiliare. Eviteranno di pagare l’Imu, avranno un po’ di liquidità in più magari per pagare la badante, ma cercano almeno di mantenere l’usufrutto della loro vecchia casa, per poter continuare a viverci. La soluzione, suggerita da mediatori senza troppi scrupoli, è l’alienazione della nuda proprietà. Così nessuno potrà sfrattarli e metterli in mezzo a una strada. Ma, con quella formula, il prezzo dell’immobile scende anche del 40%. Mentre l’acquirente, se non augura al venditore di togliere il disturbo al più presto, in cuor suo lo spera. L’affare si rivela vantaggioso soprattutto se l’ex proprietario, ormai indesiderato, se ne va. Per le compravendite immobiliari, ancora piuttosto stagnanti per via delle quotazioni ancora alte, è una boccata d’ossigeno, così come per i notai. Si calcola un aumento delle vendite pari al 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi torna a circolare anche un po’ di danaro. Il fenomeno della nuda proprietà rappresenta «il segno tangibile di una crisi che avanza sempre di più» e che, secondo lo Spi-Cgil, «rischia di aumentare ulteriormente a causa dell'Imu. Con la nuova tassa, infatti, la casa avrà un costo di gestione sempre maggiore costringendo di conseguenza gli anziani a dover ricorrere alla vendita». Secondo l’analisi realizzata dal sindacato dei pensionati della Cgil, il primato del ricorso degli anziani alla vendita in nuda proprietà spetta al Lazio, con oltre il 40%. Il 36% è stato registrato nella sola città di Roma, dove gli annunci di vendita con questa formula erano 2.300 nel 2008, 3.100 nel 2009, 5.100 nel 2010 fino ad arrivare ad 8.700 nel 2011. Seguono la Lombardia con il 14%, la Toscana con il 12%, la Liguria con l'11%, il Piemonte con il 9% e l'Emilia-Romagna con il 5 per cento.La situazione attuale, sostiene lo Spi-Cgil, porta gli over-65 a dover “sacrificare” la propria casa pur di avere una liquidità che gli possa «garantire il proprio mantenimento a fronte di un potere d'acquisto delle pensioni drasticamente in calo e del costante aumento del costo della vita, dei servizi, dei prezzi e delle tariffe. Altrettanto determinante nella decisione dell’anziano di vendere il proprio immobile in nuda proprietà è la possibilità di avere le risorse con le quali aiutare figli e nipoti alle prese con la crisi occupazionale o con le difficoltà ad accedere al mercato del lavoro». Senza contare l’effetto Imu, che gli anziani temono rappresenti un «salasso insostenibile». di Andrea Morigi