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Citofoni a casa di Nichi nel cuore della notte? Vai a processo

Nel 2010 un gruppo di giovani del Pdl fanno uno scherzo al governatore. Lui cade dalle scale. A giudizio l'autore della goliardata
di Giulio Bucchi domenica 15 luglio 2012

1' di lettura

  Nel dicembre 2010 il governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, subì uno scherzo: un gruppo di giovani del Pdl suonò al citofono della sua casa di Terlizzi in piena notte fino a svegliarlo. Una goliardata apparentemente banale, che però ebbe esiti inaspettati perché il presidente cadde per le scale nel tentativo di rispondere e si fece male alla gamba.  Il responsabile fu individuato in un ragazzo di 22 anni, che ora andrà a giudizio davanti al tribunale di Ruvo di Puglia con l’accusa di aver «disturbato il sonno delle persone e arrecato molestie». La decisione è stata presa dal pm Bruna Manganelli, che quando era ancora in servizio alla procura di Trani, esercitò l’azione penale con la citazione diretta a giudizio visto che Vendola si rifiutò di sporgere denuncia.  I contestatori - che lasciarono una coccarda nera all’ingresso dell’abitazione di Vendola e alcuni volantini su cui era scritto «Vendola non ha mantenuto la promessa di riaprire il reparto di ginecologia nell’ospedale di Terlizzi chiuso nel 2006» - si presentarono anche il giorno dopo il raid, all’inaugurazione di una sala operatoria dell’ospedale Sarcone di Terlizzi. I facinorosi erano quattro studenti universitari, identificati dai carabinieri come “simpatizzanti” del Pdl ma non iscritti al partito. La risposta di Vendola, visibilmente claudicante, fu: «Non ho trascorso una bella nottata perché giovani del Pdl hanno pensato bene di venire a molestare il Presidente della Regione a casa sua immaginando che un’abitazione privata possa essere una specie di protesi della lotta politica».  di Salvatore Garzillo  

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