L'Imu si può anche non pagareSi rischiano solo 3 euro di sanzioni

La Cgia smonta la paura: chi si dimentica non sarà massacrato
di Nicoletta Orlandi Postigiovedì 31 maggio 2012
L'Imu si può anche non pagareSi rischiano solo 3 euro di sanzioni
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  Non è proprio un invito  a evadere rivolto ai contribuenti, ma poco ci manca. La sintesi potrebbe essere più o meno: «Il fisco vi mette nei guai? Allora aspettate, per versare le tasse c’è tempo». Stiamo parlando dell’imu e del primo appuntamento fissato per il 18 giugno. Un adempimento che corre il rischio di mettere in ginocchio sia le famiglie sia le imprese. Di qui il «memorandum» diramato ieri dalla Cgia di Mestre. L’associazione degli artigiani - che di fisco se ne intende - è stata chiara: le sanzioni per i contribuenti che pagheranno la prima rata dell’imposta dopo la scadenza ed entro un anno, saranno tutto sommato «abbastanza irrisorie».  Il ragionamento - corretto - dell’organizzazione guidata da Giuseppe Bortolussi ruota attorno alla  difficile situazione economica.  «Più di qualcuno» potrebbe non essere  in grado di fare fronte al pagamento della prima rata imu. La batosta è ormai nota a tutti. Stando ai conti della Cgia,  per un proprietario di prima casa che non riuscirà a versare la prima rata di 50 euro entro il prossimo 18 giugno, pagherà, tra interessi e sanzioni, 1,60 euro aggiuntivi nel caso il pagamento avvenga entro il trentesimo giorno dalla scadenza, comprensivo delle predette sanzioni ed interessi. Oltre il trentesimo e fino ad un anno dal termine iniziale, la maggiorazione sarà di 3,13 euro. Il calcolo, spiega la Cgia, si basa sull’ipotesi che il contribuente abbia deciso di effettuare il pagamento di una imu complessiva di 150 euro in 3 rate per un’abitazione con una rendita catastale di 430 euro e con un garage la cui rendita è pari a 91 euro. Come dire: non abbiate fretta. Sarebbe un po’ come chiedere un credito in banca, ma a un tasso di interesse bassissimo. Che tuttavia possono salire a discrezione dei comuni dopo un anno di ritardo. Superato  il 18 giugno 2013, il contribuente non avrà più la possibilità di porre rimedio alla sua dimenticanza e l’ente locale provvederà a chiedergli il pagamento con la sanzione piena.  Occhio alle date, insomma. Perché il fisco, si sa, può far male. Concetto ribadito ieri dai dottori commercialisti. Pure loro hanno “giocato” con la calcolatrice. E hanno messo insieme, nel giorno del consiglio nazionale dell’ordine di categoria,  la batosta dell’imposta sugli immobili con la mazzata dell’iva, prossima all’aumento. Totale? Tenetevi forte: 14 miliardi di euro. Un salasso destinato a salire  a  25 miliardi nel 2013. Il leader, Claudio Siciliotti, ha alzato i toni della polemica e ha puntato il dito contro  una pressione fiscale cresciuta in modo «assolutamente irresponsabile». E  destinata a schizzare  al 45,09% nel 2012 «per poi attestarsi tra il 45,5% e il 46% negli anni successivi».  Le manovre del Governo Monti, secondo Siciliotti, sono  deludenti: a regime ci saranno riduzioni di spesa per il 40% e nuove tasse per il 60%.  La replica è arrivata in diretta. Ci troviamo «a valle di un lungo periodo in cui troppi contribuenti hanno disatteso il patto fiscale con lo Stato» ha detto il direttore delle Entrate, Attilio Befera. Secondo cui c’è l’impegno a «far rispettare le norme tributarie in modo equo e se possibile intelligente». L’impegno non si discute. Tuttavia, i risultati per ora appaiono deludenti.  di Francesco De Dominicis twitter @DeDominicisF