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Maglie: Nomine Rai Bersani delega a Repubblica le lottizzazioni

di Eliana Giusto domenica 24 giugno 2012

3' di lettura

Venghino, signori, venghino, cedesi prezzi stracciati curricula misti, alcuni alto livello di eccellenza ma mero valore collezionismo, raccolti a riprova metodo democratico e innovativo e trasparenza nomine, purtroppo rimasti inutilizzati. È scaduto ieri sera, come deciso dalla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il termine per la presentazione dei curricula dei candidati a far parte  del nuovo Cda del servizio pubblico. Erano una trentina fino a qualche giorno fa, poi ne è arrivata un’altra infornata, ma finora nessun nome è stato vagliato né è detto che lo sarà dai componenti della Commissione, i quali arriveranno alla riunione di giovedì 21 quasi sicuramente o con il bigliettino di partito in tasca o per non votare. Pure, i nomi giusti sarebbero facili da trovare tra i curricula inviati. Con sprezzo del pericolo vi faccio più avanti anche i nomi.  Candidati - Ma per ora tra i due partiti principali, esclusi quelli che stanno alla finestra come la Lega, che giocano al grillismo, come Di Pietro, che continuano a mandare il soldato Ryan, come Casini, tra Pd e Pdl c’è una sola differenza: Bersani ha inscenato la pantomima della società civile che propone, e alla fine usciranno due personaggi senza arte né parte per la bisogna, come Benedetta Tobagi, quando non pericolosi, come Gherardo Colombo, indicati, non si capisce a che titolo, da associazioni contro la mafia che peraltro hanno furibondamente litigato, ma almeno  a Repubblica saranno contenti e gli vorranno più bene, o meno male; il Pdl si è rinserrato nel vecchio metodo della rappresentanza di correnti e di capi bastone, i vecchi e i nuovi, e giù racconti puntualmente filtrati dopo una ridda di riunioni concitate e vertici non tanto segreti, anche perché accompagnati da pranzi dal Moro (storica e lussuosa osteria romana) tra Alfano e l’attuale direttore del TgUno, Maccari, giù certezze di candidature di alto profilo ma improponibili per palesi e multipli conflitti di interessi familiari, come quella di Salvo Nastasi, unica eccezione positiva il nome di Antonio Pilati; alla fine tutti dal Cav, cercando di essere gli ultimi a parlargli, pare che faccia la differenza. I curricula neanche li hanno guardati, ché il Bersani  non si sente leader di partito e l’assunzione di responsabilità lo atterrisce, dall’altra parte sono troppi e ormai con troppo pochi voti nell’incubo imminente futuro. Attendiamo di essere smentiti, e ci piacerebbe tanto, ma temiamo di non sbagliarci a sostenere che il prossimo Consiglio di Amministrazione della fondamentale azienda pubblica Rai sarà composto senza una particolare preoccupazione per  le sorti della suddetta, figuriamoci per il prodotto. Le scelte più accettabili alla fine saranno proprio le tre del premier Mario Monti.  E i famosi curricula? Al macero. Proprio per questa ragione e sapendo di non danneggiarli perché non li hanno seriamente presi in considerazione né lo faranno, li diamo noi sette nomi scelti e d’eccellenza tra quelli inviati quando pareva che fosse una cosa seria, scelti tra competenze nel mondo della televisione e preclara attività culturale. Scelti inoltre rispettando la legge che vuole entro quest’anno un quinto, entro il 2015 un terzo, di donne nei consigli di amministrazione, e che governo e Parlamento dovrebbero onorare e persino precedere, non scegliendo però nomi a caso tanto per dar fiato ai machisti che popolano il Bel Paese, ma pescando tra manager e imprenditrici di provata esperienza e successo. Scelti infine rispettando quello che con termine brutto chiamiamo pluralismo della società civile, quelli di sinistra dura e pura, i moderati, i liberali, laici e cattolici. Tra loro ci sono una industriale discografica di successo internazionale, da mito pop a talent scout; il presidente e ad dell’Agenzia Italia; un capitano di industria che da sola regge le aziende paterne e le ha ancora sviluppate; l’ex assessore alla Cultura del Comune di Roma, uno che non s’è ancora capito perché Alemanno lo abbia fatto fuori o forse sì; il presidente di Rai Cinema e presidente del Teatro di Roma, scrittore laureato, super Campiello; un giornalista dall’ideologia rigorosa e indefessa, presidente di Rai Trade e già direttore di Rai Educational; l’attuale direttore di Rai 4, autore televisivo, esperto di comunicazione, ex direttore di Rai2 dal 1996 al 2002, gran visionario, cavallo pazzo. I nomi: Caterina Caselli Sugar;  Daniela Viglione; Luisa Todini; Umberto Croppi; Franco Scaglia; Carlo Freccero; Renato Parascandolo.  Visto come sono brava? Non è difficile. di Maria Giovanna Maglie

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