Il Settebello tradisce le attese e perde l’appuntamento con la storia: Londra per la nostra pallanuoto non è sempre d’oro. Dopo le vittorie su Ungheria (11-9) nei quarti e Serbia (9-7) in semifinale, non si ripete con la Croazia, che in finale vince meritatamente: 8-6, un punteggio finanche generoso con gli azzurri. Non è oro dunque, come a Londra 1948, quando la leggenda ebbe inizio. Stavolta gli azzurri devono accontentarsi dell’argento, che va a impreziosire un medagliere olimpico molto ricco per il Settebello, l’unica nazionale azzurra capace di qualificarsi a tutte le fasi finali delle Olimpiadi. Londra 2012 è quindi argento, dopo gli ori di Roma 1960 e Barcellona 1992, quando sulla panchina azzurra sedeva quel Ratko Rudic che guidava la Croazia che ha domato i ragazzi di Campagna, già giocatore e allievo di Ratko e ora maestro al suo pari. Nel carnet anche l’argento di Montreal 1976 e i bronzi di Helsinki 1952 e Atlanta 1996. La partita coi campioni croati, che si sono presentati alla finale avendo vinto tutte le partite del torneo, è stata tiratissima: punteggio basso, difese aggressive, molta tattica in acqua. Il Settebello parte bene e si porta a +2 in avvio con una doppietta Gallo-Felugo, ma prima dello scadere del primo quarto la Croazia concretizza una superiorità numerica e accorcia le distanze. Nel secondo quarto i croati mettono in campo l’esperienza e la calma dell’allenatore-guru Rudic e si portano sul 3-2 con un parziale di 2-0 mentre il Settebello non riesce a concretizzare due superiorità numeriche e una straordinaria palombella azzurra si ferma sulla traversa. Un palo di Felugo allo scadere nega poi ancora il gol agli azzurri. Il Settebello viene comunque tenuto in partita dalla difesa e dalla grande prestazione del portiere Tempesti. Il terzo tempo si apre con un siluro di Felugo dalla distanza che vale il pareggio, ma è l’ultimo acuto azzurro della gara. La Croazia non molla e si riporta subito in vantaggio con una magistrale azione corale che esalta le doti di palleggio della squadra di Rudic e allunga con un rigore. E’ il momento più duro della gara per gli azzurri, che colpiscono anche un palo in un’azione sottoporta, giocano sul boa ma sembrano nuotare a luce spenta. Nel quarto tempo i giochi sono ormai fatti. I croati allungano ancora e poi dilagano: 7-3. Valgono solo per l’onore l gol di Giorgetti che chi portano prima sul 7-4 poi sull’8-5) e quello allo scadere di Felugo per l’8-6 finale. L’Italia, scoraggiata e con poche idee, deve inchinarsi al suo antico maestro e allenatore Rudic, che vince la sua quarta Olimpiade da tecnico con la terza squadra (Serbia 1984-1988; Italia 1992; Croazia 2012). Campagna ora ha 4 anni per trovare i sostituti di Felugo e di Perez e allestire una nuova squadra per Rio 2016.