A Casa Italia tra party e musica: è medaglia di sbronzo

Una sera nel punto di ritrovo di atleti, delegazione, giornalisti: ricchi buffet, concerti, bottiglie di amari. E zero lavoro
di Giulio Bucchidomenica 12 agosto 2012
A Casa Italia tra party e musica: è medaglia di sbronzo
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  dall’inviato Fabrizio Biasin A una certa ora della notte Londra trasale. «Ciurmaaaaaaa!» urla, felice come una Pasqua, Edoardo Bennato, ospite assai applaudito del Queen Elizabeth II Conference Centre. Concertone per gli italiani d’Oltremanica? Più o meno. Siamo nell’ombelico del mondo, pieno centro di Londra, in un clamoroso edificio a sei piani affacciato su Westminster e a tre passi dall’orologione che tutti conoscono come Big Ben. Qui sorge Casa Italia, che poi è nient’altro che la sede della delegazione azzurra. Dice: «Embè?». Embè un corno. Casaitalia scritto tutto attaccato è un elefante in cristalleria, un colosso senza senso, una rappresentazione tipica del nostro voler strafare senza un vero perché. C’è la scrittona tricolore all’ingresso come a dire «noialtri italiani ce l’abbiamo grosso» (l’impianto d’illuminazione), c’è il piano terra con la zona accrediti, l’auditorium per Bennato  (ma ieri c’era Renga e tutte le sere c’è stato e ci sarà qualcuno), ci sono i capoccioni federali in bella mostra, che un momento sono all’ingresso a fumarsi la sigarettina e quello dopo te li ritrovi al terzo piano in uno dei luoghi più cari all’esponente tricolore: il ristorante italiano. Leggi l'articolo integrale di Fabrizio Biasin su Libero in edicola oggi, giovedì 9 agosto