Un altro terzo posto sfuggito di un niente. Un'altra medaglia che ti senti già al collo, ma poi ti viene sfilata via. Dopo il quarto posto di Tania Cagnotto nei tuffi per pochi centesimi, arriva un'altra beffa per i colori azzurri. Questa volta, il teatro è la ginnastica, il palcoscenico quello del corpo libero e la protagonista è Vanessa Ferrari, che alla fine si ritrova sì a parimerito con la russa Aliya Mustafina, ma per un punteggio d'esecuzione minore (8.700 la Ferrari, 9.000 la Mustafina) vede il sogno andare in frantumi. La gara - Il primo punto di svolta della competizione arriva con l'esibizione dell'americana Aly Raisman, perfetta nel suo numero che le vale un irraggiungibile 15.600. Immediatamente dietro a lei, si piazza la romena catalina Ponor, con un punteggio di 15.200. A questo punto, per il terzo posto è una corsa a tre, tra l'australiana Lauren Mitchell, la nostra Vanessa e la russa Mustafina. La prima ottiene un 14.833, ma la Ferrari la supera con un bell'esercizio, nonostante qualche imprecisione agli arrivi della prima e della terza diagonale, che non le impediscono di raggiungere un terzo posto parziale con un punteggio di 14.900. Il bronzo sembra a portata di mano, ma la ginnasta russa Mustafina conclude con un esercizio pulito, che la porta a parimerito con l'italiana. La regola, però, dice che il punteggio complessivo si calcola con la somma del valore tecnico e del valore dell'esecuzione dell'esercizio, e in questo caso, la russa, forte di un coefficiente di difficoltà maggiore, passa in terza posizione. La delusione - A fine gara, l'amarezza è grande. "Ti sbatti per arrivare a medaglia poi arriva quella che parte con tre decimi in meno di te e ti frega il posto", si foga la Ferrari in lacrime. Molto deluso è anche il tecnico, Enrico Casella: "Brucia abbastanza", dice il tecnico Enrico Casella: "Non voglio fare un processo ai giudici -precisa l’allenatore-, ma non ce ne sono state tre che hanno fatto meglio di lei. Queste d’altronde sono le regole alle Olimpiadi, a Mondiali ed Europei è diverso. E poi non dimentichiamoci che noi siamo l’Italia, davanti abbiamo Stati Uniti, Romania e Russia...Noi siamo più piccolini, con le spalle più strette...Il terzo posto l’ha meritato anche Vanessa, solo che non ti danno la medaglia". L'allenatore, poi, mostra perplessità anche nei confronti del regolamento: "Non voglio dire che c'è qualcosa dietro, ma in caso di pari merito fra due atlete diventa tutto opinabile, è come tirare una monetina". Sotto accusa la decisione dei giudici di non punire l'errore commesso in qualificazione dalla romena Ponor, poi argento: "Non doveva neanche entrare in finale", dice a chiare lettere la ginnasta azzurra. Tanto meno convince il punteggio assegnato in finale alla bresciana: "Pensavo che almeno un 15 arrivasse", dice Casella. "Io mi davo un 15.20 come la Ponor, se l’ha preso lei lo meritavo anche io", risponde la Ferrari a chi chiede che voto avrebbe dato al suo esercizio. L’azzurra non riesce a darsi pace: "Ero felice perchè, dopo tante medaglie di legno, stavolta pensavo di essermi meritata una medaglia vera. Non vedo tanta differenza fra il mio esercizio e il suo", riferendosi sempre alla Ponor. Ma uno spazio per sorridere ed essere ottimisti rimane comunque: "Vanessa è tornata ai più alti livelli dopo l’infortunio e la medaglia se l’era guadagnata - dice Casella. La cosa confortante è che al corpo libero ha dimostrato di essere una delle migliori al mondo".