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Istat, la denuncia dei dipendenti: "Pagati per non lavorare"

"Se dedico un paio d'ore alla settimana all'Ente è tanto". La difesa: "Sono stati già riassegnati". E intanto vengono spesi 14 mln per la nuova sede
di Francesca Canelli domenica 15 settembre 2013

2' di lettura

Prendere uno stipendio senza muovere un dito, o quasi. Succede a sette dipendenti dell'Istat (Istituto Nazionale di Statistica), che per onestà hanno denunciato il fatto allo stesso ente. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano, che spiega come i dirigenti fossero stati assunti quando a dirigere era l'ex presidente Enrico Giovannini, ora sostituito dal professore Antonio Golini. Ricevendo uno stipendio di circa 70mila euro l'anno a testa, rimasto poi praticamente invariato ora che i sette impiegati sono stati destituiti dalle proprie cariche per rimanere non si sa bene a far cosa.  La denuncia - "Prima lavoravo fino a tardi, ora se dedico un paio d'ore alla settimana all'Istat è tanto", rivela uno di loro al Fatto. E così tre lettere sono state inviate alla dirigenza dell'azienda statale. "L’amministrazione – si legge nella lettera – ha risolto gli incarichi dirigenziali di preposizione di servizi di cui ai contratti individuali dei sottoscritti dirigenti tecnologici/ di ricerca. Nelle medesime deliberazioni, l’amministrazione prevedeva il conferimento di nuovi incarichi che risultano non ancora attribuiti".  Lo spreco di denaro - Circa 120mila euro sono così "volati" via in stipendi versati a persone che lavorano poco e niente. Intervistata dal Fatto, il direttore generale dell'Istat Mara Carone, si giustifica adducendo il fatto che le denunce dei dipendenti sono inesatte. "Quanto affermato dai dipendenti – ha spiegato il direttore generale – non è puntuale: ad ogni loro lettera ha fatto seguito un incontro. Nel caso specifico la durata degli incarichi di dirigente era collegata alla conclusione di procedure concorsuali per l’assunzione di dirigenti amministrativi. Con la delibera di revoca dell’incarico, peraltro, i medesimi sono stati assegnati ai rispettivi uffici". E alle parole ha fatto subito seguire una delibera lampo: Il 30 agosto i sette sono stati preposti "alla rete per il coordinamento amministrativo in qualità di esperti". Di cosa, non si sa.  L'iter del "fattaccio" - La questione parte dal lontano 7 ottobre 2010, quando con un concorso l'Istat aprì la candidatura per 8 posti di lavoro a esterni. Alcuni dipendenti interni all'Istat non ottennero il posto e fecero ricorso al Tar. Che deliberò, in data 29 agosto, l'annullamento del suddetto concorso. A quel punto però sette dirigenti erano già stati destituiti e attribuiti ad altre cariche. A tutto ciò si aggiunge un'altra magagna per l'Istat: 14 milioni di euro investiti nella costruzione di una nuova sede a Pietralata, Roma. Che da 5 anni, risulta ancora in stato di abbandono. Su questo, negli anni scorsi, c’è stato anche il monito della Corte dei conti, ma nulla è cambiato.

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