Ancona, 8 giu. (Adnkronos/Ign) - Uno show negli stadi che come promesso è una "supermegafesta" dance che ripercorre 25 anni di carriera, il dubbio se accettare o no la proposta di Fabio Fazio di fare con lui Sanremo 2014 e la voglia di un suo show su Rai1 in 4-5 puntate fatto di musica, ospiti e amici. E in cantiere il suo primo disco in inglese, richiestogli dall'etichetta americana che ha già pubblicato una sua raccolta. Jovanotti è un fiume in piena e si racconta così ai giornalisti dopo le due ore e mezzo di concerto con cui ieri sera allo Stadio del Conero di Ancona ha aperto il suo primo vero tour negli stadi, che si concluderà il 20 luglio a Cagliari. Lorenzo aveva promesso una grande festa dance e così è stato, con 32 pezzi in scaletta che attraversano i cinque lustri della sua carriera da 'Ciao Mamma' a 'Gimmefive', da 'Sei come la mia moto' a 'Non m'annoio', ai più recenti 'Safari', 'Mezzogiorno', 'Mi fido di te', fino ad arrivare a 'Le tasche piene di sassi', 'Il più grande spettacolo', 'Tutto l'amore che ho" e 'La terra degli uomini'. Il primo ad aprire le danze e a ballare come un forsennato per oltre due ore con cinque cambi d'abito (disegnati per lui da Costume National, coloratissimi ma anche glamour fino al gran finale con un look total gold) e con un'energia che sembra ancora quella del ventenne che metteva i dischi nei club romani negli anni '80, è proprio lui, Lorenzo, che si conferma grande performer e si riscopre un po' dj. Per l'occasione molti brani sono stati riarrangiati per renderli più ritmati e ballabili: così 'Bella' viene proposta in versione raggae, 'Raggio di sole' a ritmo di ska e 'Baciami ancora' diventa un valzer con influenze balcaniche. Ma come in tutte le feste da ballo che rispettino Jova ha inserito anche qualche lento. Uno brano su tutti l'amatissimo 'A te'. Per i suoi primi stadi interi (ieri sera ad Ancona erano più di 20.000 ma lo aspettanto l'Olimpico di Roma e San Siro) Jovanotti ha voluto fare le cose in grande: un palco di 600 metri quadri, con tre megaschermi mai visti in Europa e arrivati appositamente dalla Corea e che proiettano visual frutto di un lavoro di ricerca durato mesi. ll gran finale è per Lorenzo vestito tutto d'oro che canta il pezzo-manifesto della sua filosofia di ragazzo fortunato: 'Io penso positivo'. "Volevo che l'idea di questo tour -spiega Lorenzo- avesse qualcosa del finale di '8 e 1/2' di Fellini, che per me è l'archetipo della messa in scena. Ma cerca di mettere in pratica anche quello che diceva Marshall McLuhan: il mezzo è il messaggio, la forma è sostanza. E' uno spettacolo dichiaratamente celebrativo. E' una festa e voglio che il pubblico (ad Ancona davvero di tutte le età, dai bambini agli ultracinquantenni, ndr.) se la goda, balli ed esca dallo stadio con un'energia positiva". Jovanotti vive questa festa anche come il riscatto definitivo del 'pop': "Il pop è una figata. E' la cultura del '900 e rimarrà. Come alla fine hanno tenuto nel tempo più film come 'Lo chiamavano Trinità' che magari 'Professione reporter'". Per Lorenzo è anche un modo per dire: "Questa mia generazione non è male. E' vero che non abbiamo avuto le coperture ideologiche di chi ci ha preceduto e che abbiamo cambiato idea magari al cambiare del vento ma qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Così come sono convinto che i ragazzi di oggi, che nessuno racconta, siano in gamba. Certo devono muoversi, nulla più è scontato e regalato. Ma ce la faranno e noi ce la possiamo fare solo con loro, con una solidarietà vera, inclusiva e con la difesa delle fasce più deboli. Ma se ce l'ha fatta Jovanotti possono farcela anche loro". Messa da parte per un attimo la politica ("penso che questa storia della decrescita felice sia una follia, può essere solo una scelta individuale ma un Paese deve stare nella globalizzazione", dice e aggiunge "non so che dire del governo Letta perché sono stato chiuso a provare") Lorenzo parla dei progetti futuri. E sono notizie: "Fabio Fazio mi ha chiesto di fare con lui Sanremo 2014 (il che è un'ulteriore conferma al fatto che il conduttore concederà un secondo bis all'Ariston, ndr.) E mi piacerebbe. Ci siamo dati appuntamento a settembre ma anche se non si farà non sarà per un rifiuto ma per altri impegni. Comunque, con Fabio prima o poi qualcosa insieme la faremo". La prospettiva televisiva non si ferma al festival: "Sinceramente avrei voglia di fare uno show in tv tutto mio. Quattro-cinque puntate su Rai1 con musica, ospiti, amici", dice e c'è da credere che Viale Mazzini non rimarrà insensibile al suo desiderio. Tant'è che poi il direttore di Rai1, Giancarlo Leone, conferma all'Adnkronos l'esistenza di un dialogo con il musicista: "Ci sono molti progetti con Jovanotti, sia di one-man show a più puntate sia di altri format di cui per riservatezza non posso parlare. Speriamo che presto si realizzi qualcosa. Sanremo? Non dico nulla". Infine, il fronte discografico. In attesa di un nuovo disco italiano, Jovanotti potrebbe partorire il suo primo disco in inglese: "L'etichetta americana che ha già pubblicato una mia raccolta me l'ha chiesto e credo di poterlo fare. Sono stato molto in America negli ultimi tempi. Ho migliorato il mio inglese, suonato nei club e nei festival. Ma un mio disco americano sarebbe più di nicchia, abbraccerebbe una fetta molto più stretta della forchetta larga che ho in Italia. E d'altronde lì ogni genere musicale rappresenta una comunità grande o piccola. Sto cercando e creando anche la mia". E visto che Ancona è sulla Riviera Adriatica perché non "un disco di liscio: un giorno lo vorrei proprio fare", conclude sorridente il vulcanico musicista.
