Vaticano, l'indiscrezione: Bertone faceva intercettare gli altri cardinali

Vatileaks e lettere di minacce: secondo Panorama il segretario di Stato avrebbe messo sotto controllo telefoni e mail delle alte gerarchie vaticane
di Giulio Bucchigiovedì 28 febbraio 2013
Monsignor Tarcisio Bertone

Monsignor Tarcisio Bertone

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L'ombra delle intercettazioni in Vaticano, volute da Monsignor Tarcisio Bertone, incombe sul Conclave che dovrà decidere il successore di Papa Benedetto XVI. E' il settimanale Panorama in edicola domani, giovedì 28 febbraio, a svelare le trame oscure che agitano la Chiesa italiana e non solo. Tutto sarebbe nato in seguito allo scoppio dello scandalo Vatileaks, con la fuga di documenti riservatissimi dagli studi pontifici, e in contemporanea con un altro allarme, le lettere di minaccia ricevute proprio da Bertone, nel settembre 2012. Per questa ragione il segretario di stato vaticano nonchè camerlengo incaricò il generale Domenico Giani, ex ufficiale dei servizi segreti italiani, come capo della gendarmeria vaticana.  Telefoni e mail sotto controllo - L'allarme in Vaticano era scattato già qualche mese prima. Mail, telefoni, incontri e colloqui sarebbero stati rigorosamente analizzati dall'occhio vigile della gendarmeria vaticana. Lo stato di allarme in Santa Sede non sembra però essersi placato dato che l'inchiesta Vatileaks non è ancora un caso archiviato. Ogni consuetudine, frequentazione, conoscenza, entrata o uscita dopo le ore 21 è stata passata al microscopio creando così un caso senza precedenti, a beneficio di una cerchia ristretta di persone, che preoccupa non poco, data la situazione, l'ambiente ecclesiastico e che potrebbe incidere sull'imminente conclave. La domanda principale adesso sembra essere la seguente: cosa succederà, sotto il nuovo pontificato, alle informazioni acquisite?