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Pd, lettera dei deputati a De Gregori: "Ti preghiamo, torna a credere in noi"

I democrat rispondono alle dure critiche del cantautore: "La tua è una critica eccessiva, ma sei la nostra storia. Non ci abbandonare"
di Andrea Tempestini mercoledì 31 luglio 2013

Francesco De Gregori

2' di lettura

Era uno dei simboli della sinistra, le note delle sue canzoni risuonavano ai congressi e alle varie feste dell'unità e affini. Oggi, però, in un'intervista al Corriere della Sera, Francesco De Gregori scarica la sinistra stessa: "Non li voto più, tra slow food, Noemi Letizia e No Tav si sono persi". Una botta durissima per i "compagni" democratici. Tanto che il Pd prende carta e penna e scrive a De Gregori: "Caro maestro...". Il calcio di rigore... - Quella dei democrat è una vera e propria preghiera. Lo scrivono loro: "Ti preghiamo di riprovare e crederci, di tornare a leggere i giornali, di ricominciare a seguire la politica e il Partito democratico. Noi - proseguono - conserveremo l'intervista, la ricorderemo come un errore e una critica eccssiva, tenendo a mente che non è da un calcio di rigore sbagliato che si giudica un giocatore".     I precedenti - La firma in calce alla missiva strappalacrime (con tanto di citazione) è quella dei deputati Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Lorenza Bonaccorsi, Enresto Carbone, David Ermini, Luigi Famiglietti, Davide Faraone, Federico Gelli, Ernesto Magorno, Giovanna Martelli. La pattuglia cerca di convincere il cantautore a tornare sui propri passi, a ritrovare l'interesse per questo Pd che De Gregori non vuole votare più. "Il nostro generale - continua la lettera con una seconda citazione - non voterà più la sinistra. E' già accaduto con Ivano Fossati, con Nanni Moretti: ormai siamo avvezzi alle critiche dei nostri artisti e intellettuali di riferimento, anche quelle più cattive". Gli sfottò - "De Gregori - continuano i democratici - è la nostra storia, anzi la storia siamo noi". Poi i democratici passano al contrattacco: "Giusto, siamo cambiati, ma non solo noi. Il De Gregori di ieri non ci avrebbe mai detto: Tassatemi quanto volete, ma non pretendete di rappresentarmi. Non ci avrebbe mai preso in giro sulle piste ciclabili e le mancate critiche al sindacato, dimenticando le battaglie ambientaliste, per la salute sui luoghi di lavoro, sulla scuola".  Ma quali battaglie? - E ancora: "Non avrebbe mai semplicemente sostenuto che con questo sistema, tanto vale scegliere i parlamentari sull'elenco del telefono, senza aver detto in questi anni neanche una parola sulle battaglie parlamentari contro il Porcellum promosse da alcuni deputati coraggiosi come Roberto Giachetti, che si è sottoposto anche a 123 giorni di digiuno senza riuscire però a raggiungere l’obiettivo di ottenere il cambio della legge elettorale. Per non parlare della mozione bocciata dal Parlamento solo due mesi fa", concludono i deputati Pd.

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