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Chi è Giulio Terzi, il confidente Usa spodestato da D'Alema

Il ministro dimissionario, l'uomo più citato nei 'cable' di Wikileaks, era nel cuore degli americani. Che però gli preferirono Baffino
di Andrea Tempestini domenica 31 marzo 2013

Giulio Terzi di Sant'Agata

2' di lettura

di Franco Bechis (blog di lunedì 18 marzo, prima delle dimissioni) Chi è l'uomo politico italiano più citato nei famosi cable di Wikileaks? Semplice. Giulio Terzi di Sant'Agata, attuale ministro degli Esteri. A leggere i documenti messi in rete da Julian Assange, Terzi è sempre stato il referente fondamentale della diplomazia americana. Prezioso come l'oro soprattutto durante i rapporti un po' turbolenti con il governo di Romano Prodi fra il 2006 e il 2008. Fu allora che Terzi, alla guida della diplomazia italiana al ministero, divenne per gli americani "Mr. Ci provo", nel senso che loro gli chiedevano l'impossibile e lui ogni volta diceva: "E' difficile con questi qui, ma ci provo". Così è stato per ogni questione politica delicata, dalle scelte sull'Iraq ai rapporti un po' pericolosi con l'Iran, in cui Terzi prese le difese strenuamente - davanti agli amici americani - di Edison, a cui si contestavano alcune commesse pericolose. Ironia della sorte, il manager difeso dall'attuale ministro degli Esteri si chiamava Nicola Monti. La stella di Terzi però si spense un po' quando gli americani presero grazie a Condoleeza Rice una vera e e propria cotta per il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema. Tanto che in un cable fra Roma e Washington dal titolo "D'Alema Maximus", il leader Pd venne descritto così. "D'Alema sta emergendo come il più significativo e dinamico componente del governo Prodi, e sembra volere lasciare la sua impronta decisa sulla politica estera italiana, sul governo italiano e sull'Italia stessa". Di più: "L'ambizione del ministro degli Esteri e il suo acume politico hanno- certo non a sorpresa- scatenato la speculazione su un possibile suo ritorno alla guida del governo al posto di Prodi". Lodi e carezze a Baffino sono costate così un po' di ombra per il povero Terzi di Sant'Agata. Perché gli americani da qual momento in poi hanno preferito trattare direttamente con D'Alema, definito perfino un "instancabile viaggiatore".

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