L'inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena è a una svolta: la procura di Siena ha già preparato gli avvisi a comparire per una decina di indagati (non ci sarebbe nessun politico) e la prossima settimana dovrebbero iniziare gli interrogatori. A far luce su quando avvenne al momento di trattare l'acquisizione di Antonveneta, svela il Corriere della Sera, è un manager dell'Area Finanza del Mps, che ha seguito personalmente le fasi dell'affare e ne conosce bene i retroscena. Una fonte attendibilissima che ha raccontato agli inquirenti quanto accadde all'interno del consiglio di amministrazione in carica nel 2007 in particolare da tra agosto 2007, quando Santander compra Antonveneta per 6 miliardi e 300 milioni di euro, e novembre dello stesso anno quando la rivende a Mps per 9 miliardi e 300 milioni, oltre a un miliardo di euro di oneri. E disegnano il ruolo chiave che ebbe l'Area Finanza anche per la stipula dell'accordo da un miliardo con Jp Morgan e per gli investimenti successivi sui «derivati». L'attenzione della Procura si starebbe concentrando, secondo quanto riferisce Fiorenza Sarzanini sul Corriere, anche sul ruolo del consigliere Andrea Pisaneschi - in quota Forza Italia - che fu nominato presidente di Antonveneta subito dopo l'acquisizione e costretto a dimettersi dopo il coinvolgimento nell'inchiesta sul Credito cooperativo fiorentino di Denis Verdini. I reati contestati ai manager, prosegue il Corsera, vanno dall'associazione a delinquere alle false comunicazioni, oltre alla turbativa e in alcuni casi all'aggiotaggio. In tutto il periodo del negoziato tra italiani e spagnoli, ma anche recentemente, sarebbero state infatti effettuate manovre speculative sul titolo Mps. L'ipotesi dell'accusa è che in quella plusvalenza siano rientrate alcune "stecche" per i manager, senza escludere che anche la politica abbia potuto partecipare alla spartizione. Via libera dal Tar ai Monti-bond - Intanto il Tar non ha concesso la sospensione, chiesta dal Codacons, della procedura per la sottoscrizione dei Monti-bond per Mps e la procedura va quindi avanti. E’ quanto si legge in una nota della Banca d’Italia diffusa al termine dell’udienza odierna davanti al Presidente della III sezione del Tar del Lazio. "La misura cautelare immediata chiesta dal Codacons per ottenere la sospensione del procedimento per la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari (Nsf) del Monte Paschi di Siena non è stata concessa", sottolinea l’istituto di Via Nazionale, "il procedimento per la sottoscrizione dei Nsf può quindi proseguire il suo corso". "Il procedimento per la sottoscrizione dei Nsf (Monti bond, ndr.) - spiega Bankitalia - può quindi proseguire il suo corso. La Banca d’Italia ha chiesto il rigetto del ricorso per la sua inammissibilità e infondatezza e la condanna del Codacons al pagamento di una sanzione pecuniaria per lite temeraria, considerata la pretestuosità del ricorso. La valutazione tecnica espressa dalla Banca d’Italia in senso favorevole all’operazione - conclude la nota - era già stata resa nota nei suoi termini essenziali e trasmessa al competente ministero dell’Economia e delle Finanze".