(Adnkronos) - Fra gli altri centri di produzione un posto di primo piano spetta a Guardiagrele (Chieti) e al ruolo svolto da Nicola di Andrea di Pasqual il piu' famoso e abile orefice abruzzese, noto ai piu' con il nome Nicola da Guardiagrele. Ma la produzione orafa abruzzese, che da tempo proseguiva nella realizzazione di tipologie gia' sperimentate e ad un livello qualitativo ormai piuttosto basso, nel XVII secolo viene ulteriormente messa in crisi dal diffondersi dei prodotti napoletani. La larga disponibilita' di argento messicano rivoluziona il mercato nel quale dominano i prodotti spagnoli. Il gusto per oggetti sfarzosi e di peso si diffonde nel regno di Napoli facendo aumentare la richiesta di manufatti da parte del clero e dei privati. Un mercato in crescita che produce in quantita' e che, a discapito della qualita', con il proporre prezzi piu' convenienti, converte al commercio partenopeo anche quelle citta' dalla lunga tradizione orafa come Sulmona o L'Aquila. L'oreficeria abruzzese perde la sua identita' e volge verso una produzione artigianale che oggi conosce elementi di interesse e valore in alcune localita' dell'aquilano come Pescocostanzo e Scanno.