Quello strano effetto di Al Pacino dalla De Filippi

Il grande attore va ad Amici. Si poteva evitare?
di Francesco Specchiamartedì 30 aprile 2013
Quello strano effetto di Al Pacino dalla De Filippi
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Era la prima volta, e probabilmente sarà l’ultima. Era la prima volta  che vedevo Maria De Filippi sudaticcia, con la salivazione azzerata, inginocchiata davanti a qualcuno (di solito accade il contrario); il che ha determinato, oltre che un sovvertimento dei codici narrativi, una strana sospensione dell’incredulità e una goduria maschile inenarrabile. L’accoglienza sussiegosa di Maria verso Al Pacino, il supermegaospite del 3° serale di Amici (sabato Canale 5 , prime time) ha procurato al programma più autoreferenziale della tv italiana l’effetto concentrico del sasso nello stagno. Il primo effetto è indubbiamente suggestivo. Al Pacino che entra annunciando la sigla in italiano zoppo. Al Pacino che viene accolto da Maria al grido compassato di “Un mito, una leggenda, il cinema" , mentre il mito/ la leggenda/ il cinema dà la mano educatamente ad ognuno degli ospiti –e sono tanti-colà assisi. Al Pacino che riceve un librazzo della dimensione di una piazzola di sosta che si rivela un compendio shakespeariano. Al Pacino il quale, seduto su una poltrona rossa che ricorda il trono del suo Riccardo III°, con la sua voce che sa di rhum invecchiato, dà una lezione sull’eterna modernità del Bardo. Al Pacino che induce la De Filippi ad una tremarella (“Non ho il panico, sono emozionata”) mai da Maria dimostrata con la penna in mano, nell’ufficio contratti di Cologno. Il secondo effetto è l’audience: 25,71 per cento di share e cinque milioni 642mila telespettatori di media non son bruscolini. Ma è il terzo effetto, il più interessante.  Si tratta dello spiazzamento nel osservare Al Pacino il premio Oscar, il Leone d’oro, Scarface, Micheal Corleone, Shylock; quell’Al Pacino lì, insomma, accanto ad Enrico Brignano, alla squadra blu, ad Emma e a Miguel Bosè vestito come l’Albus Silente di Harry Potter. Al Pacino era lì, con l’ombra di Platinette dientro e Matteo Renzi vestito da Fonzie che l’aveva preceduto giorni prima. L’impressione era quella dello stacco semantico, d’un salto immenso nelle gerarchie del talento. Un po’ come se Obama andasse a cena da Lorenzo Cesa. Capisco che Maria abbia realizzato il suo sogno d’adolescente. Sarei curioso di capire quanto è costato. Non realizzo se tutto ciò sia bene o male. Realizzo che, fortunatamente, Robert De Niro non era a Uomini e donne…