Ilda Boccassini chiede il trasferimento in Toscana

Il magistrato anti-Cav e Armando Spataro chiedono il trasferimento a Firenze, dove sono in corso indagini importanti
di Andrea Tempestinidomenica 23 giugno 2013
Ilda Boccassini

Ilda Boccassini

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Firenze fa gola ai giudici. Talmente gola da aver suscitato l’interesse di due toghe di fama come Ilda Boccassini e Armando Spataro. I due magistrati, entrambi impegnati a Milano pur non non essendosi mai amati tanto da aver dato vita a scontri epici, hanno presentato domanda per diventare procuratore capo della Procura fiorentina, visto che Giuseppe Quattrocchi, attuale numero uno delle toghe del capoluogo toscano, lascerà l’incarico ad ottobre.  D’accordo, ora ci sono i titoloni per le escort a Palazzo Vecchio, con assessori iscritti al partito del Bunga Bunga in salsa gigliata a tener banco. Ma non è certo questa inchiesta, anche se lambisce il sindaco Matteo Renzi e promette nuovi piccanti sviluppi, a determinare tanto interesse. La città di Dante, oltre ad essere la “portaerei” del sindaco Tornado (inteso come aereo da caccia) pronto a planare su Palazzo Chigi o a colpire il Pd, è anche il luogo dove si vanno concentrando le inchieste giudiziarie più succulente - per un magistrato non certo per chi le subisce - tanto da suscitare non solo l’interesse della Boccassini e di Spataro, ma anche di altri cinquanta magistrati, che hanno depositato la domanda.  E siccome si tratta di magistrati, un indizio più un indizio formano una prova. Ilda la rossa, infatti, la toga che ha in mano le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi, aveva già presentato domanda nel 2008, ma venne battuta proprio da Quattrocchi. Allora i filoni d’indagine erano marginali rispetto al quadro nazionale. Ora che ci si sono da sciogliere i nodi legati alle inchieste che vedono coinvolto Denis Verdini, senatore del Pdl e coordinatore nazionale  del partito,  tutto cambia. Sul  tavolo  della Procura fiorentina, in particolare, ci sono i fascicoli che riguardano la banca di Credito Cooperativo Fiorentino, per la quale i pubblici ministeri hanno chiesto il rinvio a giudizio per Verdini e per Marcello dell’Utri. Le richieste riguardano 67 persone e due società. Fra i reati ipotizzati dai magistrati la bancarotta e la truffa. La vicenda della banca presieduta da Verdini, dichiarata insolvente, s’interseca con il caso del Monte dei Paschi di Siena.  Ma non  c’è solo questo filone d’indagini. Verdini deve rispondere anche dell’accusa di truffa ai danni dello Stato per i fondi destinati all’editoria. Sullo sfondo, poi, restano le inchieste legate alla cosiddetta P4, connessa alla “cricca” che  avrebbe gestito gli appalti pubblici in maniera illecita. Oltre a Verdini la Procura di Firenze sta portando avanti l’inchiesta sul caso Menarini. Giovanni e Lucia Aleotti, figli del patron della Menarini Alberto Aleotti, sono stati rinviati a giudizio dal gup di Firenze nel procedimento sulla gestione dell’azienda farmaceutica. Le accuse sono evasione fiscale e riciclaggio e, per Lucia Aleotti, anche corruzione.  La posizione di Alberto Aleotti, 90 anni, è stata stralciata per motivi legati alla sua salute. Insomma, la carne al fuoco è tanta e tutta di ottima  qualità.  Stando alle voci di  corridoio  del Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati che dovrà valutare le domande, in pole position per il posto di Procuratore capo ci sarebbe Armando Spataro. A suo favore ci sarebbero l’anzianità di servizio e gli ottimi risultati conseguiti sia a Milano che  a Lodi, dove Spataro è stato per circa un anno, prima di tornare a fare il sostituto procuratore nel capoluogo lombardo. Non solo. Il magistrato, esperto di terrorismo, in particolare di quello di matrice islamica avendo istruito il caso dell’imam egiziano Abu Omar e su Mohammed Daki, sarebbe anche al centro di un caso di “conflitto d’interessi”, visto che il figlio Andrea esercita l’attività forense proprio nella città della Madonnina. Inoltre essendo  Spataro un dirigente nazionale dell’Anm,  l’associazione nazionale magistrati con una forte componente di sinistra, la sua nomina andrebbe a riequilibrare la preponderante presenza di magistrati iscritti a Magistratura indipendente. Difficilmente, infatti, il Csm non rispetta le regole del manuale Cencelli nell’assegnazione degli incarichi.  Un particolare, però, potrebbe giocare a favore della Boccassini. Spataro avrebbe presentato domanda anche per la Procura di Parma, che deve coprire lo stesso ruolo del Tribunale fiorentino. Nel caso cui il sostituto procuratore milanese dovesse accasarsi in Emilia per llda la rossa il secondo assalto a Palazzo Vecchio potrebbe risultare vincente. Anche perché, pur se a denti stretti e dietro un  rigoroso anonimato, l’amministrazione comunale fiorentina vedrebbe di buon’occhio l’arrivo della Boccassini a Firenze. In fondo tutto ciò che fa notizia fa gola a Renzi, come certe inchieste ai magistrati. di Enrico Paoli