Travaglio, vicedirettore del "Fatto Quotidiano"
A difendere Beppe Grillo, orami, era rimasto solo Marco Travaglio. Nonostante le intemerate contro Milena Gabanelli e gli insulti a Stefano Rodotà - che pure Travaglio ha sempre elogiato per il loro lavoro -, il vice direttore de Il Fatto continuava a difendere a spada tratta il caro Beppe e il M5S, nonostante le contraddizioni di un movimento che nei primi mesi in Parlamento, quasi per osmosi, ha assunto i peggiori vizi della Casta, tra liti, faide, passione per il "vil denaro" e ribaltoni. Ma anche per Travaglio è arrivata l'ora della sveglia. E' arrivato il momento delle critiche. Con un feroce editoriale (titolo: "I grullini"), oggi, mercoledì 19 giugno, si scaglia contro il leader pentastellato con parole che nemmeno il peggiore dei suoi nemici Pierluigi Battista, potrebbe spendere all'apice della sua acredine contro i grillini. Sul caso Gambaro - Scrive Travaglio: il Movimento cinque stelle "ha preso a lavorare indefessamente per i partiti, facendo dimenticare tutte le magagne della politica politicante che a febbraio avevano spinto 9 milioni di italiani a mandarla al diavolo. Un suicidio di massa coronato dalla geniale operazione Gambaro". E ancora: "Intendiamoci: cacciare, o far cacciare dalla “rete”, una senatrice che ha parlato male di Grillo, manco fosse la Madonna o Garibaldi, è demenziale, illiberale e antidemocratico in sé". Una tripla stilettata che sorprenderà lo stesso Grillo. Ma come, si chiederà Beppe, ho appena scritto, parafrasando Giorgio Gaber, che "Marco Travaglio è una brava persona" e lui mi ripaga così? Grillo come Ceausescu - L'operazione-sbertucciamento di Travaglio è solo all'inizio. Continua l'editoriale: "Non è nemmeno il caso di esaminare l’oggetto del contendere, cioè le frasi testuali pronunciate dalla senatrice nell’intervista incriminata a Sky, perché il reato di lesa maestà contro il Capo è roba da Romania di Ceausescu". Boom. Grillo come Ceausescu. Il crescendo travagliesco non è ancora terminato. Altro esempio: "Mettere ai voti le fesserie di una senatrice (che, diversamente da Salsi e Mastrangeli non ha violato alcuna regola interna) invitandola al pubblico autodafé, è una versione da Asilo Mariuccia del socialismo reale". Lo scomunicherà? - La chiusa dell'articolo non si discosta di un millimetro dal tenore delle frasi precedenti: "D’ora in poi i dissenzienti senz’arte né parte, magari pilotati dai soliti compratori di parlamentari, hanno di fronte un’autostrada: gli basterà rilasciare un’intervista critica al giorno per finire tutti dinanzi al tribunale del popolo, o della rete, e guadagnarsi l’insperata fama di nuovi Solgenitsin, con piedistallo e aureola di martiri. Al confronto, la partitocrazia più inetta, corrotta e antidemocratica dell’universo profumerà di Chanel numero 5. Un capolavoro". Insomma, pare che Travaglio si sia ravveduto, o che quantomeno abbia cominciato a riconsiderare le sue posizioni pro-M5S. Ora non resta che aspettare che Grillo, con uno dei suoi editti, spedisca Travaglio all'inferno, a fare compagnia a Rodotà e alla Gabanelli.