Nel Pdl c'è chi lo considera "l'infiltrato di Bersani" nel governo della larghe intese. Insomma, uno che remerebbe contro. E sabato sera, l'ex sindaco di Padova e attuale ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, non si è certo impegnato per togliersi di dosso quel marchio. Alla conferenza stampa sul decreto del fare, ha esordito dicendo che aveva da illustrare "poche misure". Poi ha proseguito balbettando qua e là, interrompendosi in continuazione per frugare tra le carte. Insomma, apparendo in tutto e per tutto come un sindaco di provincia entrato da pochi giorni nel governo. Era stato sempre lui, nell'incontro coi delegato di Confcommercio, a "scoprire le carte" sull'Iva prima che lo stesso Saccomanni (titolare dell'Economia) ammettesse le difficoltà dell'esecutivo nel trovare le risorse necessarie a evitare l'aumento dell'aliquota dal 2 al 22%. E per quello, Zanonato era stato (giustamente) fischiato dai commercianti. Oggi, in una intervista a Repubblica, il sindaco-ministro torna a parlare di Iva, per dire (alla faccia delle larghe intese che alcuni lo accusano di sabotare per vece di Bersani) che se ci sarà lo scatto (che ormai pare advvero inevitabile) la colpa è del "governo Berlusconi, che lo ha introdotto in un momento di grave difficoltà". Già, ma ora al governo c'è lui. Ed è a questo governo che gli italiani chiedono di fare di più. Le parole di Zanonato hanno subito aperto un caso: il fatto che escluda lo stop all'aumento e che, per giunta, accusi il Pdl non è piaciuto agli azzurri. Il primo a rispondere all'ex sindaco di Padova è Fabrizio Cicchitto, che usa toni molto accesi: "Perché Zanonato invece di rilasciare interviste distruttive a Repubblica non si correla e non lavora insieme in modo costruttivo a Stefano Fassina e a Renato Brunetta? Non abbiamo ancora capito se Zanonato è un gaffeur o un killer", conclude Cicchitto. A stretto giro di posta interviene anche l'ex governatrice del Lazio, Renata Polverini, che rincara la dose: "C'è l'esigenza di costruire posti di lavoro. Non possiamo più immaginare che soltanto riducendo il cuneo fiscale, che pure è importante, gli imprednitori