Servizio Pubblico, Belpietro contro De Gregorio: "Mi parlò di pizzo alla camorra"

Il direttore di Libero contro l'ex senatore Idv: "I suoi sono specchiati valori". E ricorda quando nel 1997 voleva fare affari con lui...
di Giulio Bucchidomenica 29 settembre 2013
Servizio Pubblico, Belpietro contro De Gregorio: "Mi parlò di pizzo alla camorra"
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"Non ho mai preso un soldo da esponenti del partito. Voi tutti sapete che personaggio è De Gregorio, ebbe guai forti  con la giustizia". Silvio Berlusconi commentava così, con i parlamentari del Pdl, le rivelazioni dell'ex senatore di Italia dei Valori testimone chiave dell'inchiesta napoletana sulla compravendita di onorevoli tra 2007 e 2008, che avrebbe portato alla caduta dell'allora premier Romano Prodi. Lo sanno in tanti, ma non Michele Santoro. Servizio Pubblico pende dalla labbra di quello che, fino a qualche mese fa, la sinistra liquidava come un maneggione, traditore, poco di buono. I fatti del 2008 - Ci pensa il direttore di Libero Maurizio Belpietro, in studio, a rinfrescare la memoria ai distratti. "Nel 2008 venne arrestata la moglie di Mastella su ordine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, e Mastella esce dalla maggioranza. Non succede nient'altro, Prodi cade per 156 voti contro 161, non vanno a votare i senatori a vita, malati, Andreotti e Pininfarina. A sorpresa non vota nemmeno un uomo uscito in grande polemica con Berlusconi, l'ex An Domenico Fisichella. Se fate l'elenco di quelli che votarono, c'è anche De Gregorio. Ma da solo, non avrebbe fatto cadere nessuno. Già la sinistra estrema aveva messo in grave crisi Prodi. Certo, di soldi in tasca gliene giravano molti. Del resto lui che dice di aver fondato il movimento di Forza Italia dopo poco è andato per conto suo e poi si è fatto candidare con Italia dei Valori, e poi è passato al centrodestra per avere una presidenza di commissione".  De Gregorio e il pizzo alla camorra - De Gregorio protesta e snocciola il proprio curriculum da politico attivissimo in Campania, tra la base (di qualsiasi colore). Ma Belpietro tira fuori una chicca: "Nel 1997 andai a Napoli per seguire per conto del Giornale una nuova iniziativa editoriale e ne incontrai i responsabili: Martuscello, De Gregorio e Lavitola. Le basi imprenditoriali erano un po' scarse: tanto millantato credito, ma sostanza poca. De Gregorio si accreditava molto: Per la distribuzione ci penso io - mi disse -, ho i contatti. In Campania dovremo pagare la camorra...". "Bugiardo", lo interrompe un imbarazzato De Gregorio. "Lei bugiardo non me lo dice, io la querelo", replica Belpietro, spiegando di aver chiuso, una volta divenuto direttore del Giornale, ogni tipo di rapporto editoriale con De Gregorio & Co.