Trattativa stato-mafia, Ingroia rientra nel processo come avvocato parte civile

Rappresenta l'associazione vittime della strage di via Georgofili. Si presenta con la sua vecchia toga, abbracciato dagli amici pm
di Roberto Procaccinidomenica 29 settembre 2013
Trattativa stato-mafia, Ingroia rientra nel processo come avvocato parte civile
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Dopo un esordio da politico piuttosto deludente, e fresco di nomina a commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi da parte del governatore siculo Rosario Crocetta, Antonio Ingroia torna alla sua prima passione: il processo sulla trattativa Stato-mafia. L'ex candidato premier di Rivoluzione Civile (nonché attuale leader di Azione Civile) s'è fatto rivedere nell'aula bunker del carcere Ucciardone, dove i pm dell'accusa (che oggi hanno tenuto la relazione introduttiva) l'hanno accolto con abbracci e sorrisi. Ingroia torna nelle vesti di avvocato di parte civile (rappresenta l'associazione familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili) lì dove ha costruito la sua notorietà (e la sua credibilità presso una parte dell'opinione pubblica): l'inchiesta sui rapporti tra istituzioni italiane e mafia dopo la stagione stragista del 1992. Contento come uno scolaretto - "Sono emozionato come un alunno il primo giorno di scuola", ha detto Ingroia, presente in aula abbigliato della sua vecchia toga da pm. Tornare all'aula bunker, anche se con un ruolo minore, lo lusinga, racconta ai cronisti. E non ha paura delle polemiche che accompagneranno il suo rientro, anzi se le fa scivolare addosso: "Le polemiche? Non mi interessano", glissa. Ma della sua carriera da politico e public manager che dice? "Una delle cose che più mi mancava in questi mesi era il contato con questo processo". Niente di buono, evidentemente.