Lorenzetti intercettata: "Quello studente va promosso". E prende 30 in patologia

Un giro di telefonate, dal padre che le chiese una "mano", alle chiamate alla prof ("Senti pichè") per corrompere il rettore
di Francesca Canellidomenica 29 settembre 2013
Anna Rita Lorenzetti

Anna Rita Lorenzetti

3' di lettura

Un'altra ombra cala sull'ex presidente Pd della regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Agli arresti per associazione a delinquere e corruzione nell'inchiesta sui lavori del passante Tav di Firenze, ora è indagata anche per favoreggiamento. E' il 3 settembre la Lorenzetti telefona a Gaia Grossi, professoressa di Chimica generale all'Univesrità di Perugia e suo ex assessore alle Politiche sociali alla Regione Umbria. La Repubblica riporta alcuni passaggi della chiamata: "Senti pisché, ti devo chiedere una cortesia. Tu una tale Romani di patologia generale la conosci?", chiede l'allora presidente di Italferr. "Luigina Romani? L'assistente del rettore? Come no, certo, perché, che c'è?". Su questo tono continua la chiamata, che ha l'obiettivo di raccomandare uno studente di Odontoiatria, dietro pressione del padre. E intanto i carabinieri del Ros di Firenze ascoltano, e registrano.  La professoressa Grossi afferra al volo la richiesta: "Ho capito, ha bisogno di non essere fermato ingiustamente, diciamo così, per qualche finezza accademica". "Ecco ecco, brava, hai capito perfettamente, Gaia mia", le fa eco la presidente Lorenzetti: "Noi siamo concrete e pratiche senza tante seghe. Insomma, questa è l'ansia di chi dice: 'Io non è che sono figlio di papà, sono uno normale che però sto più avanti di quest'altro, allora vorrei arrivare prima'". Lo studente avrebbe dovuto aprire uno studio odontoiatrico, insomma, e non aveva nessuna intenzione di aspettare per colpa di un esame non passato. Il 6 settembre la professoressa Grossi annuncia alla amica Maria Rita di aver parlato con il rettore, il professor Francesco Bistoni, ordinario di microbiologia. "Lo vedo domani pomeriggio perché queste cose è meglio farle di persona, comunque si è prosternato perché gli ho detto da chi viene. 'A disposizione'. Ti faccio sapere domani... Però insomma la persona è molto molto, molto vicina a lui, è la sua allieva". L'indomani annuncia: "Fatto!". "Sei grande", le risponde Lorenzetti. E la professoressa commenta: "Come si diceva, a noi chi c'ammazza?". Lorenzetti però ha bisogno di ulteriori chiarimenti: "Il ragazzo deve avere qualche informazione o va tranquillo?". Risponde la professoressa: "Lui ha detto: 'Cosa fatta'".  Ma il padre non è ancora tranquillo, vuole le domande in anteprima per evitare al figlio qualsiasi sorpresa. Così Maria Rita Lorenzetti richiama la Grossi: "Allora bisogna proprio che Frà... Gli devi dire, guarda, proprio per le ragioni che ti ho detto io ci tengo proprio in modo particolare appunto che la chiami". Perché - dice il padre del ragazzo - "a lui non gli può dire di no perché trema". Il 27 settembre Gaia Grossi la rassicura definitivamente: "Istruzioni per l'uso. Il capo è andato in laboratorio ieri. Ha parlato con i suoi, ha visto le analisi, sono tutte positive. Quindi la prognosi è positiva". Previsione esatta. Poche ore più tardi il padre del ragazzo chiama Maria Rita Lorenzetti. È entusiasta: "Allora, il mio è andato a fare la visita, è rimasto contentissimo, però gli ha ordinato 30 analisi da fare". La presidente resta un momento disorientata, poi capisce: "Eh, quindi? Alla grande. Ah, ecco 30 analisi, scusami, c'ho avuto un momento... Quindi alla grande". In serata Maria Rita Lorenzetti invia un sms all'amica Grossi: "Tutto a posto. 30. Grazie e ringrazia il capo".