(Adnkronos) - Le indagini delle fiamme gialle hanno dimostrato che, diversamente a quanto certificato dall'impresa, che aveva dichiarato di aver realizzato e reso funzionante l'impianto industriale, in realta' l'opera non era stata mai realizzata. I sistemi di frode utilizzati sono stati molteplici: la presentazione di titoli di spesa falsi, l'utilizzo e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, l'ottenimento di piu' agevolazioni finanziarie per un medesimo bene. Infatti, rendicontando lo stesso bene in due distinti progetti, l'impresa ha ottenuto un ulteriore contributo comunitario pari a circa 440.000 euro, in barba alle disposizioni normative che vietano tale possibilita'. Non solo. L'impresa di Naro era riuscita ad ottenere indebitamente, attraverso la presentazione di documentazione falsa, anche la concessione di un'ulteriore quota di finanziamento di circa 1,5 milioni di euro, la cui effettiva erogazione e' stata bloccata solo grazie all'intervento degli organi inquirenti, che hanno anche informato il ministero dello Sviluppo economico per l'avvio dell'iter procedurale finalizzato alla revoca e restituzione, da parte del soggetto beneficiario, di quanto indebitamente percepito.