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Mps, le accuse dei pm a Mussari. Antonveneta, i bonifici e le carte segrete

Scandalo derivati, per l'ex presidente l'ombra di falso in bilancio e turbativa di mercato. I movimenti sospetti tra 2008 e 2009, ombra tangente
di Giulio Bucchi domenica 27 gennaio 2013

2' di lettura

Conti truccati, scorciatoie finanziarie, inganni belle e buoni ai risparmiatori del Monte dei Paschi di Siena: contro l'ex presidente Mps Giuseppe Mussari i pm che stanno indagando sull'istituto e lo scandalo derivati potrebbero rivolgere le accuse di falso in bilancio e turbativa di mercato. C'è poi la questione, ancora più pesante, dell'acquisizione di Antonveneta strapagata ben oltre il valore di mercato: 2 miliardi di euro in più che, secondo gli inquirenti, potrebbero nascondere il pagamento di una maxi-tangente per politici e manager. Il segreto sarebbe custodito dal pc di Mussari, sotto sequestro, anche se sarebbero state cancellate già mail e documenti top secret. I dubbi dei pm - La bomba Antonveneta scoppia tra maggio 2008 e aprile 2009: da Mps partono 8 bonifici all'indirizzo di Abn Amro e Banco Santander, che controlla Antonveneta: 9 miliardi e 267mila euro il primo, che corrisponderebbe alla transazione vera e propria. Mps poi si accollò i debiti della nuova acquisita, per la bellezza di 5,1 miliardi pagati in altri 5 bonifici. Poi però ci sono altre due operazioni, più oscure: da Siena infatti partono altri 2 bonifici da 2,6 miliardi di euro e indirizzati non più a Banco Santander ma alla Abbey National Treasury Service di Londra. Che c'entra, la Abbey National Treasury Service? Poco o nulla, anche se l'istituto fa comunque parte del Banco Santander. Perché allora Mps non ha pagato direttamente il colosso spagnolo ma ha scelto una "via obliqua" passando per Londra? A questa domanda, nel giugno scorso, Mussari rispose con un evasivo "Non ricordo".

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