Non solo Pd, ecco gli uominidi Casini e Monti nel Montepaschi

di Matteo Legnanidomenica 27 gennaio 2013
Non solo Pd, ecco gli uominidi Casini e Monti nel Montepaschi
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  Hai voglia a dire, come fa il presidente del Consiglio Mario Monti, che il Pd ha responsabilità per l'incrocio tra politica e banca nel caso Monte dei Paschi. E' tanto vero quanto ovvio. Perchè nei decenni le nomine dei vertici dell'Istituto bancario  senese sono state fatte da un mix di Dc e Pci ai tempi e poi, con la scomparsa dei democritiani e la confluenza di tanti suoi esponenti nela Pds poi divenuto Ds e quindi Pd, dai vertici del maggior partito della sinistra. Eppure, anche Monti e montiani, i loro scheletri nell'armadio Mps ce li hanno. A partire da Pier Ferdinando Casini, il cui suocero Gaetano Caltagirone è stato vicepresidente della banca guidata da Giuseppe Mussari (per dimettersi nel gennaio 2012 in quella che venne descritta come una "fuga" e oggi forse si capisce perchè). Per arrivare ad Alfredo Monaci, candidato al numero 3 della circoscrizione Toscana per la Camera dei deputati nella lista civica per Monti. E' stato, Monaci, membro del cda Montepaschi dal 2009 al 2012 ed è tuttora presidente di Montepaschi immobiliare. Certo, nulla a che vedere con la compenetrazione tra Pd e vertici Mps: lo stesso Giuseppe Mussari era il leader degli studenti universitari comunisti. Massimo D'Alema dice che lo ha cambiato un anno fa (e dicendo così ammette di avr avuto il potere per "cambiarlo"). E che dire dei quasi 700mila euro  versati in 10 anni dallo stesso Mussari a Pds-Ds-Pd tra il 2002 e il 2012? Versamenti alla luce del sole. Ma che sono l'ennesima prova del legame tra il manager e il partito.