Dietro il disastro del Monte Paschi di Siena c'è chi si è arricchito. C'è quindi chi, grazie ai disastri del Banco, ci ha "mangiato". Nel 2008, infatti, la Banca di Siena per sostenere l'acquisto di Antoneventa (che da molti viene indicato come l'origine di tutti i mali) ha emesso uno strumento finanziario, il fresh: un miliardo di euro che servivano a rafforzare il patrimonio dell'Istituto di credito. Ma, come spiega il Corriere in edicola oggi, venerdì 25 gennaio, chi aveva sottoscritto questi titoli aveva diritto a un interesse molto alto pari al dieci per cento. Per ripagare questo debito, ogni anno, la banca doveva trovare nei suoi bilanci circa 100 milioni di euro. Un tasso altissimo perché la verità è che quando il mercato intuisce che ci sono delle difficoltà ne approfitta. Si guadagna sui più deboli. Insomma in questa situazione, nonostante il disastro finanziariio del Monte Paschi c'era chi doveva assolutamente guadagnare. Sul'emissione del titolo indagano I pm di Siena Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso, Aldo Natalini e il procuratore Tito Salerno con la Guardia di Finanza, che indagano sull'inchiesta Angonveneta, hanno acceso il faro anche su quest'emissione già finita sotto il faro della Banca d'Italia che chiede si modificare il regolamento del bond in modo più stringente. Una decisione che provocò la reazione dei sottoscrittori.