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Ecco il trucchetto di Ingroiaper eleggere riciclati e fedelissimi

Con le candidature in più circoscrizioni, il pm blinda i suoi parlamentari. Società civile sacrificata per Di Pietro, Ferrero e il suo portavoce. Lui opta per la Sicilia 2
di Ignazio Stagno domenica 27 gennaio 2013

2' di lettura

  di Paolo Emilio Russo Tutto già scritto, calcolato minuziosamente grazie ad un accordo per la spartizione delle poltrone che farebbe impallidire anche i ras democristiani degli Anni Settanta. Le liste di Rivoluzione Civile, il movimento di Antonio Ingroia, sono allo stesso tempo una barzelletta e una gigantesca presa in giro. La prova sta nel documento qua sopra, intercettato sulla scrivania di un dirigente ambientalista. Non c’è voto di elettore che tenga: i prossimi parlamentari sono già stati decisi a tavolino. Il sistema messo in campo dall’ex pm e dai suoi sodali Antonio Di Pietro, Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero e Luigi De Magistris è decisamente sofisticato. Partiamo dall’inizio: il magistrato, dopo avere commissionato sondaggi, è sicuro di superare la soglia di sbarramento e di poter eleggere 27 deputati. Sulla base di questa cifra -decisamente ottimistica - l’ex pm e la sua squadra hanno preparato il sistemone. Fulcro del meccanismo un sistema di triplette, con candidature multiple su diversi collegi, in grado di mascherare la spartizione per quote stabilite a tavolino. I truffati non sono soltanto gli elettori, ma anche i candidati stessi, specie quelli della cosiddetta società civile, che si sono messi a disposizione in buona fede: il sistema consentirà ai politici di professione di passare loro davanti, scavalcarli nella corsa per il Parlamento.(...) spiega Paolo Emilio Ruffo su Libero di giovedì 24 gennaio.  L'ex pm ormai è un politico di alta scuola. Sa tutti i trucchetti per piazzare i "vecchi" e fare fuori "quelli della società civile" che tanto ha pubblicizzato nei suoi comizi. Insomma con un sistema sofisticato, Ingroia per far spazio a Diliberto, Di Pietro e compagnia ha in pratica tradito tutti gli altri candidati. Dopo aver depositato le liste, la toga ha scatenato una bufera dentro la sua "Rivoluzione civile". Proteste e contestazioni che hanno portato a rotture insanabili con tanti sedotti e abbandonati dalla barba lunga dell'ex pm. Ormai lui è un politico di professione.    Continua a leggere l'articolo di Paolo Emilio Russo su Libero di giovedì 24 gennaio  

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