Giuseppe Mussari è il banchiere "rosso". E' l'uomo della finanaza che fa da sponda a Siena e in Toscana alla sininistra italiana. La sua vita è intrecciata con la politica e con gli affari bancari. Lui calabrese, nato a Catanzaro nel 1962, si trasferisce a Siena per studiare giurisprudenza. In quegli anni è molto vicino al Partito Comunista italiano. Col passare degli anni Mussari si avvicina al Partito Democratico (al quale negli ultimi due anni ha versato cifre cospicue). Nel 1993 dopo una carriera fulminante arriva alla presidenza della camera penale senese. Otto anni dopo fa il salto nel mondo degli affari bancari. Viene nominato presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Mussari si fa notare subito per un modo di fare schietto e diretto. Non sposta Mps dall'asse tradizionale con la sinistra e ne rafforza i rapporti. Nel 2006 diventa presidente dell'istituto bancario e si occupa direttamente dell'acquisizione di Banca Antonveneta. Affare Antonveneta - Il gruppo era conteso da Banca Popolare di Lodi e dagli olandesi di Abn. Dopo una lunga trattativa ad Abn subentra il Banco di Santander. Mussari avvia trattative con gli spagnoli e con una mossa a soprpresa si aggiudica l'istituto veneto per una cifra di gran lunga superiore al valore di mercato di Antonveneta: 10,3 miliardi di euro. A questo punto scatta l'inchiesta della Guardia di Finanza. L'acquisto è davvero sospetto a quella cifra. Ma nonostante tutto Mps con Antonveneta diventa la terza banca del paese. "Non abbiamo pagato un prezzo caro per Antonveneta", affermò all’epoca Mussari agli investitori nella conference call e anche l’attuale presidente del Monte Alessandro Profumo si complimenta con lui: "E' stata una bella operazione". L'aeroporto - L'ultima tegola che si abbatte sulla gestione Mussari di Mps è l’indagine sull’ampliamento dell’aeroporto di Ampugnano. A questo punto Alessandro Profumo subentra a Mussari al timone di Mps. E il cerchio si chiude. Un'altro banchiere rosso va a Siena e Mussari si piazza alla guida dell'Abi. A volere fortemente il suo nome a capo dell'Abi è Bazoli di Intesa San Paolo. Un uomo molto vicino a Mario Monti. Già nei palazzi dell'alta finanza si preparava un inciucio che oggi sta per approdare in parlamento.