(Adnkronos) - La prosecuzione delle indagini con strumenti tradizionali non avrebbe permesso di intercettare e interrompere rapidamente il flusso di narcotico destinato all'interno del carcere, di identificare il personale della Polizia penitenziaria corrotto e sventare il progetto di evasione. Allora, d'intesa con la magistratura requirente e la Direzione centrale per i servizi antidroga, e' stata disposta un'operazione speciale, con l'impiego dell'agente che aveva smascherato Alfieri, per accreditare nella banda un carabiniere del Ros sottocopertura. Le indagini hanno cosi' portato al sequestro, il 4 ottobre e il 17 dicembre scorsi, a Tolmezzo, di alcune campionature di hashish e di alcuni coltelli a serramanico, e di arrestare Romolo Alfieri, fratello del detenuto, differendo l'arresto degli di altri indagati. E' stato quindi identificato l'agente della locale Polizia penitenziaria di cui il gruppo si avvaleva per introdurre nella struttura carceraria le armi da taglio e la droga, poi commercializzata tra i detenuti dallo stesso Maurizio Alfieri. Dopo aver accertato che al tentativo di evasione pianificato da Alfieri avrebbe dovuto prendere parte anche il detenuto Valerio Salvatore Crivello, un ex lagunare, le indagini sono risalite agli altri componenti del sodalizio esterni al carcere. Infine, gli investigatori hanno documentato come i proventi dello spaccio nel carcere avrebbero dovuto essere utilizzati per corrompere altri agenti di Polizia penitenziaria e finanziare il progetto di evasione. La banda aveva infatti previsto di noleggiare un elicottero e costringere il pilota a sorvolare il cortile della struttura, per prelevare i due detenuti durante le ore d'aria giornaliere.