Roma, 22 gen. (Adnkronos Salute) - Poche e inutili per risolvere il problema dell'acqua contaminata dall'arsenico in molte zone della provincia di Viterbo. La sezione locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde) considera cosi' le fontanelle o casette dell'acqua, spesso a pagamento, installate in alcuni comuni per venire incontro alle esigenze della popolazione. Secondo l'Isde di Viterbo, pero', "per l'esiguo numero e per la loro dislocazione, sparse un po' a macchia di leopardo nei comuni del Viterbese, sono una risposta tardiva, insufficiente ed indecorosa alle necessita' e al diritto delle popolazioni di ricevere acqua salubre per poter ridurre i rischi derivanti da una esposizione cronica, ultradecennale, a valori di arsenico fuorilegge nelle acque ad uso umano". Mentre per l'Isde si deve "intervenire subito e bene, per tutelare il diritto alla salute delle popolazioni esposte da oltre dieci anni a valori fuorilegge per l'arsenico, sostanza tossica e cancerogena, presente nelle acque e negli alimenti. Bisogna subito - sottolinea l'Associazione nella nota - realizzare interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile". L'Associazione cita un recente studio effettuato anche su soggetti volontari residenti nei comuni di Acquapendente, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, Civita Castellana, Fabrica di Roma, Farnese, Lubriano, Marta, Montalto di Castro, Orte, Ronciglione, Tarquinia, Tessennano, Vetralla e Viterbo, che nelle conclusioni "ha evidenziato che i valori eccedenti i 15 microgrammi litro (μg/L) per iAs (arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all'arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale". (segue)