Parola d’ordine: conservare. Per non finire nella trappola del fisco? Stop ai contanti e pagamenti con carte di credito, bancomat e bonifici. In 140 caratteri (quelli di Twitter) ecco il bignami anti redditometro. Due consigli pratici per tenersi alla larga dalle brutte sorprese dell’agenzia delle Entrate e da un accertamento tributario sballato. Il rischio di finire nella lista nera dei presunti evasori, d’altra parte, non è poi così remoto. E allora meglio attrezzarsi al meglio. Ci vorrebbe un manuale di centinaia di pagine per essere certi di stare alla larga dagli 007 dell’amministrazione finanziaria. Qui di seguito, una sintesi delle misure per difendersi dai nuovi, potenti armamentari del fisco italiano. Un po’ di prevenzione aiuta sempre. La faccenda entrerà nel vivo a ottobre, quando l’agenzia delle Entrate metterà le mani sui dati bancari (si veda l’altro articolo nelle pagine successive). Già da marzo scorso, comunque, i funzionari del fisco controllano in modo automatico lo stile di vita degli italiani incrociando le spese sostenute con i redditi disponibili. Lo fanno in due modi: accedendo a 128 banche dati che registrano le spese di ognuno e, per i consumi più comuni (cibo, divertimenti, vestiario...) con le spese presunte di una famiglia media rilevate dall’Istat. Se le spese superano di oltre il 20% la media Istat, il contribuente può essere chiamato dal fisco a rendere conto dei motivi del suo comportamento «anomalo» e, se non è «convincente», parte l’accertamento fiscale vero e proprio. I controlli sono retroattivi, cioè riguardano le spese sostenute dal 2009 fino al 2012. Le prime richieste di verifica sono già arrivate a casa dei contribuenti. L'ACCERTAMENTO I contribuenti che entreranno nel mirino dello strumento di accertamento saranno chiamati a giustificarsi anche prima dell’emanazione dell’atto di accertamento nel corso dei vari incontri obbligatori con il fisco. In caso di incongruenze, infatti, tra i dati in possesso dell’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato, il diretto interessato sarà invitato presso l’ufficio dell’agenzia delle Entrate per fornire ulteriori dati e notizie utili sulla sua situazione reddituale. Nel caso poi in cui il fisco le ritenesse insufficienti, il contribuente sarà nuovamente chiamato in contraddittorio per l’accertamento con adesione. La prevenzione: pezze d’appoggio e ricevute da archiviare. Pertanto, in via preventiva, sarebbe opportuno che sia le spese di acquisto di un bene o servizio sia quelle per il suo mantenimento siano sempre documentate in modo che e si possa evincere, con certezza, chi è il soggetto che procede all’acquisto o che sostiene le spese (spese condominiali, spese di rifornimento carburante, bollo auto, premi di assicurazione per responsabilità civile, iscrizione a circoli esclusivi). In questa prospettiva, come accennato nel tweet, tornano utili i mezzi elettronici di pagamento (carte di credito, bancomat) perché i pagamenti in tal modo eseguiti sono riconducibili al titolare del conto corrente, potendo così dimostrare chi, in concreto, sostiene le spese del bene o servizio. IL CONTRADDITTORIO Una volta chiamato in contraddittorio, comunque, il contribuente potrà eventualmente contestare il ricorso alla ricostruzione sintetica perché, per esempio, alcuni beni considerati dall’ufficio sono di fatto nella disponibilità di terzi, i quali, in tutto o in parte, ne sostengono le relative spese o perché alcuni beni o servizi, in realtà, sono destinati all’attività d’impresa. Se, invece, l’accertamento sintetico appare utilizzabile, il contribuente potrà dimostrare che il finanziamento della spesa o la capacità contributiva desunta dal redditometro derivano da risparmi di annualità precedenti, redditi esenti (rendite per invalidità permanente o per morte, borse di studio, pensioni di guerra), redditi assoggetti a tassazione alla fonte mediante ritenuta (interessi su conti correnti bancari e postali), o da altri accadimenti, quali donazioni dirette e indirette, estranei alla determinazione del reddito imponibile. Il contribuente potrà, inoltre, dimostrare che le spese sono state sostenute in conseguenza di smobilizzi patrimoniali o che in realtà sono state sostenute da terzi. Per farlo, però, dovrà presentare - come precisato dalla giurisprudenza sul vecchio redditometro - una copia degli assegni circolari emessi in favore dei venditori e gli estratti conto intestati a coloro che hanno sostenuto la spesa. RISPARMI E DONAZIONI Per gli incrementi patrimoniali, non vi sarà più, dal 2009 in poi, la presunzione di formazione del reddito per quote costanti. Pertanto sarà necessario giustificare che il bene è stato acquistato grazie a denaro elargito da altri soggetti (familiari, istituti di credito) o mediante risparmi che sono stati accumulati nel corso degli anni. In riferimento a quest’ultimo caso, può essere opportuno accantonare annualmente (o con cadenza minore) somme per l’acquisto futuro per esempio di un immobile e che lo faccia in modo da poter sempre dimostrare la causalità tra risparmio e acquisto effettuato. Se l’immobile fosse acquistato grazie a denaro proveniente da terzi (per esempio familiari), è consigliabile evidenziarlo in via cautelativa nell’atto di acquisto. di Francesco De Dominicis