Gli esperti si mantengono ottimisti sull’azionario, a eccezione di quello dei paesi emergenti. In particolare, secondo Goldman Sachs, nella seconda parte del 2013 ci dovrebbe essere un miglioramento dello scenario economico internazionale. Una situazione che andrebbe a rafforzare il mercato azionario statunitense: gli esperti prevedono che a fine anno l’indice S&P500 possa raggiungere quota 1.750 punti, dagli attuali 1.600. E successivamente in scia, dovrebbe salire anche il mercato azionario della City e quello italiano. Piazza Affari, insieme al mercato azionario spagnolo, è giudicata la Borsa a maggiore potenziale di crescita nel 2013. A metterlo nero su bianco sono gli analisti Dexia Asset Management secondo una strategia di investimento basata su una serie di diverse valutazioni. Le previsioni economiche per il 2013 sono positive: gli analisti francesi vedono una stabilizzazione della zona euro con una diminuzione delle frizioni politiche grazie alle consultazioni elettorali previste dopo l’estate. Da un lato l’attenuazione delle tensioni sui titoli sovrani e dall’altro la stabilizzazione economica sta rendendo più conveniente investire sui titoli azionari, sebbene restino in vista ancora tre fattori di rischio. Estate calda Anche quest’anno, le settimane di luglio, agosto e settembre sono tutt’altro che prevedibili. Sullo sfondo ci sono questione politiche e finanziarie. In primis, le elezioni federali del 22 settembre. Con ogni probabilità vincerà ancora lo schieramento conservatore guidato dal cancelliere Angela Merkel, che potrebbe anche riottenere la maggioranza al Bundestag, senza la necessità di dare vita a un altro governo di Grosse Koalition, come quello tra il 2005 e il 2009. Non è un mistero che i mercati spererebbero in questa ipotesi, in modo da piegare Berlino a concedere qualcosa in più ai partner dell’Eurozona sul capitolo della spesa. Poi il Portogallo. Le fibrillazioni esplose in seno al governo di Lisbona fanno temere che il paese, sottoposto a un bailout da 78 miliardi di euro e fino alla metà del 2014, potrebbe non essere più in grado di centrare l’obiettivo di tornare a rifinanziarsi sui mercati tra un anno. E nonostante gli evidenti passi in avanti compiuti. Per non parlare della questione Grecia, sempre sul filo del rasoio. Infine la previsione di un rallentamento del QE3 della Federal Reserve potrebbe confermarsi tale, spingendo gli investitori a scontare sin da subito un rialzo dei tassi, quindi, un minore valore degli asset obbligazionari. È molto difficile che tutti e quattro i fattori si realizzino e per questo le due nazioni più forti del Mediterraneo sono date per favorite. Su Italia e Spagna, Dexia ha suggerito di adottare una strategia di stock picking (scelta accurata) che coinvolga in particolare le società in grado di generare un alto flusso di cassa nel 2013-2014. In generale la scommessa è da proporre sulle azioni europee che, grazie alla maggiore visibilità del ciclo economico in Europa, consentono di ricavare i più ampi margini di rialzo dalle deboli quotazioni attuali. Non c’è dubbio che porsi di fronte all’investimento in Borsa con una prospettiva di medio-lungo periodo sia la cosa più saggia. Dai tre ai cinque anni sono ritenuti il periodo minimo perché l’operazione dia i suoi risultati ottimali. Negli ultimi sei decenni il mercato azionario americano ha sempre dato rendimenti superiori a quelli dei titoli di Stato. Lo stesso è accaduto in Italia: piazza Affari ha battuto i titoli di Stato, con la sola eccezione degli anni ’70. Titoli nel mirino Negli ultimi anni l’instabilità dei mercati ha reso sempre più difficili le valutazioni a medio termine. Su Piazza Affari è però, viste le precedenti premesse, possibile azzardare la valutazione di alcuni titoli che vivranno un’estate calda. Sebbene gli istituti bancari italiani siano meno redditizi dei competitor europei, le loro quotazioni sono così basse che non possono non essere attenzionati. Al contrario la persistenza di recessione e stagnazione fanno pensare che sia meglio stare lontani in generale dal comparto energetico, anche perché in una prospettiva di medio-lungo termine peseranno negativamente il boom dell’impiego delle energie alternative e l’utilizzo dello “shale gas” negli Stati Uniti. Fiat e Finmeccanica per motivi diversi potrebbero rivelarsi due sorprese positive dell’estate. La casa automobilistica pur essendo già salita di oltre il 40% da inizio anno, potrebbe proseguire la corsa soprattutto se gli accordi di libero scambio tra Europa e Usa saranno sottoscritti. L’abolizione dei dazi e delle barriere normative favorirà l’intero comparto automotive e in particolare spingerà Fiat-Chrysler che potrà utilizzare la caduta delle barriere per alzare i target di investimento intragruppo. Quanto a Finmeccanica, gli analisti sottolineano come il titolo sia stato eccessivamente punito per fatti estranei alla sua situazione contabile in sé, legati alle note vicende giudiziarie degli ultimi mesi. La risalita sarebbe, pertanto, possibile, ma solo se la società sarà in grado di evitare un aumento di capitale, puntando su dismissioni chirurgiche delle attività slegate dal core business. Infine il titolo Mediaset. Se si analizzano i fondamentali, primo su tutti la raccolta pubblicitaria avviata su un trend positivo, non dovrebbe essere difficile scommettere su una risalita. Anche consistente. Dopo che nell’ultimo anno il valore del titolo è letteralmente raddoppiato. Resta però una società da prendere con le pinze all’interno di un portafoglio. Le vicende giudiziarie e politiche del suo fondatore potrebbero influenzarla in una direzione come in quella opposta. di Claudio Antonelli