Roma, 16 lug. - (Adnkronos) - La 49esima edizione del Macerata Opera Festival si apre venerdi' prossimo con Nabucco, primo titolo di un omaggio a Verdi che impegnera' lo Sferisterio per tre anni a partire da quest'anno in cui si celebra il bicentenario della nascita del compositore di Busseto. Il titolo scelto dal direttore artistico Francesco Micheli per il Festival 2013 e' 'Muri e divisioni': muri tra popoli nel caso di 'Nabucco'. Il capolavoro verdiano va in scena con la regia di Gabriele Vacis e la direzione di Antonello Allemandi. Vacis ben conosce i millenari conflitti che insanguinano l'area mediorientale, anche per aver animato negli anni scorsi l'esperienza del Tam, progetto di formazione teatrale a Gerusalemme. La scenografia, firmata da Roberto Tarasco, fa tesoro dell'imponente muro dello Sferisterio, alto 18 metri e inevitabile allusione al muro che oggi attraversa la Palestina. Tarasco aggiunge un nuovo muro, dall'aspetto modernissimo, che rimanda alla presenza dell'acqua, origine di molti conflitti in aree geografiche aride. In alto campeggia una mappa animata di Gerusalemme. Il tema mediorientale, quello nazionale e il valore universale della musica di Verdi si intrecciano nella regia di Vacis e costituiscono uno spettacolo di grande impegno; in buca l'Orchestra Regionale delle Marche, mentre David Crescenzi guida il Coro Vincenzo Bellini. In palcoscenico un verdiano rodatissimo come Alberto Mastromarino e' Nabucco, insieme all'Abigaille di Virginia Tola e allo Zaccaria di Giorgio Giuseppini. Valter Borin e' Ismaele, Gabriella Sborgi Fenena. Nabucco e' stato rappresentato solo due volte allo Sferisterio. La prima, nel 1981, il protagonista Renato Bruson fronteggia il soprano brasiliano Aure'a Go'mez come Abigaille in uno spettacolo di Giampaolo Zennaro, sul podio Francesco Molinari Pradelli. Nel 1997 sempre Bruson guida una compagnia in cui figuravano Francesca Patane', Paata Burchuladze e, nel ruolo di Ismaele, il marchigiano Nazzareno Antinori. Sul podio vigila Paolo Carignani, mentre lo spettacolo e' firmato da Renzo Giaccheri.