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Amico dei potenti e arrivistaFerrara sculaccia Gad Lerner

Si dà del tu con Romano Prodi, cena con De Benedetti, sperava che Agnelli lo facesse direttore de La Stampa e frequenta banchieri
di Roberto Procaccini domenica 29 dicembre 2013

2' di lettura

Un uomo di sinistra affascinato dai salotti del potere, che si dà del tu con Gianni Agnelli e Romano Prodi, che ha scalato il giornalismo italiano e che ama la cultura piemontese. E' Gad Lerner, "il Bruno Vespa dell'Ulivo", il direttore "che va in bici con Romano Prodi", "si scopre ecologista come Milly Moratti, va a incontrare Afef, il pomeriggio ama discutere di Pd con il banchiere Alessandro Profumo e a Roma cena con Carlo De Benedetti", così come raccontato nel ritratto a firma Salvatore Merlo per il Foglio. Profilo a tutto tondo uscito oggi che Gad ha lasciato La7 (dove ha condotto l'Infedele e poi Zeta) proprio quando lo share cominciava a calare in maniera dolorosa (anzi forse l'autorottamazione è stata "la salvezza dal martirio catodico di un giornalista che pure aveva avuto la sua grandeur televisiva") ed è rimasto confinato nella cassa armonica del suo blog e della sua rete di relazioni. Amicizie e modelli - L'habitat di Lerner, spiega Merlo, è in quei "ritrovi così per bene, dove non piacciono né le urla di Beppe Grillo né gli eccessi di Marco Travaglio". Gli esordi giornalistici in Lotta Continua, dove "righello alla mano, faceva a gara a chi ce l'aveva più lungo", e poi la corsa alle alte sfere de La Stampa, coronate con una lunga intervista in elicottero all'Ingegnere. Ma quando Ezio Mauro scelse di andare a Repubblica, ricostruisce Merlo, e Lerner pensava fosse arrivato il suo momento, Agnelli scelse invece Carlo Rossella, consigliato da Luca Cordero di Montezemolo e Cesare Romiti verso i quali il nostro ha poi nutrito sempre "un quieto rancore". Proprio questo primo schiaffo (cui sarebbe seguita la seconda grande delusione: la fine precoce della direzione del Tg1), ha però lasciato a Lerner un grande insegnamento di vita: "Per arrivare all'Olimpo non basta essere bravi - si legge sul Foglio -, ma bisogna pure frequenatre un gran signore con la giusta premura". E' seguita amicizia con l'altro ingegnere, De Benedetti, e trasloco a la Repubblica. I nemici - Nelle scintillanti reti sociali di Lerner (sempre intessute di politica, come quella con Francesco Rutelli, che nel 2004 lo voleva fare portavoce), ci sono anche le inimicizie. "Confonde l'amicizia con l'appartenenza politica", commenta Merlo, a proposito delle sue rotture con Renato Farina, al quale nega la dignità del riconoscimento amicale, con l'ex "fratello maggiore" sin dalla Roma anni 70 Luigi Manconi, e col collega Giampaolo Pansa. Ma, rileggendo la biografia di Gad, spuntano anche inaspettati apprezzamenti, come quando disse: "Il problema non è Berlusconi, che è un democratico, ma Gianfranco Fini, che è rimasto fascista".

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