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Grano e soia ogm o contaminato spacciato come bio. Maxi sequestro in sei regioni

domenica 14 aprile 2013

2' di lettura

Roma, 11 apr. (Adnkronos) - Sono 1.500 le tonnellate di soia, mais e grano tenero ucraino falsamente certificati come "bio", ma in realtà ad alto contenuto di ogm, sequestrati in diverse regioni d'Italia (Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo), dalla Guardia di Finanza di Pesaro e dall'Ispettorato Repressione Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole di Roma. Sequestrate anche 16 tonnellate di soia provenienti dall'India contaminate con pesticidi. Le merci venivano sdoganate a Malta da una societa' gestita da italiani e poi introdotte nel territorio nazionale. Nelle indagini sono finite anche una decina di societa', tra cui quelle moldave ed ucraine che curavano l'approvvigionamento delle granaglie, e gli enti di certificazione ed analisi dei prodotti con sede a Fano e Sassari, di cui dovranno essere accertati ruolo e responsabilita'. Nell'operazione 'Green war' delle fiamme gialle sono indagate 23 persone. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pesaro, ha portato a numerose perquisizioni a carico di operatori del settore dei prodotti da agricoltura biologica "che importavano da Paesi terzi limitrofi all'Ue (Moldavia e Ucraina) granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all'alimentazione umana (in particolare, soia, mais, grano tenero e lino) falsamente certificate come "bio" ma in realta' non conforme alla normativa comunitaria e nazionale". In alcuni casi, spiegano le fiamme gialle, "le produzioni agricole certificate come biologiche erano di fatto ottenute con elevato contenuto di Organismi geneticamente modificati (Ogm) o contaminate da agenti chimici vietati nell'agricoltura biologica. L'illecito sistema e' stato posto in essere da societa' nazionali, che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina nonché degli organismi preposti alla certificazione dei prodotti". In particolare, le societa', per sottrarsi al sistema di controlli, provvedevano allo sdoganamento delle merci a Malta, presso una societa' gestita da personale italiano, per poi destinarle in Italia. In un'occasione, i prodotti agricoli hanno viaggiato su gomma e sono transitati presso la dogana di Trieste-Fernetti.

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