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Pansa: la crisi dell'Italia nella lettera di una sarta mancata

Una donna riconosce di non saper neanche riparare una blusa. In un periodo così dovremmo reimparare ad arrangiarci, invece continuiamo a vivere da ricchi mentre diventiamo poveri
di Giulio Bucchi domenica 2 giugno 2013

Giampaolo Pansa

2' di lettura

Sapete quale sarà il nostro destino? Diventare un paese povero che conserva le abitudini di quando era ricco. L’ho capito leggendo una lettera apparsa su «Repubblica» giovedì. L’aveva scritta una signora di Milano, Marianna Storari, che raccontava di essere alle prese con un problema difficile da risolvere. Quello di riparare un’asola della sua blusa. E la confessione della signora merita di essere conosciuta per intero.   «Sto consultando Internet per scoprire come si cuce un’asola. Fino a cinque minuti fa non sapevo che questa fessura dentro la quale faccio scivolare il bottone della mia blusa si chiamasse proprio asola. E ora sono qui a cercare un rimedio sul web per scoprire come ripararla con il punto occhiello, visto che si è slabbrata. Le labbra, a dire il vero, me le mordo io. Se penso che mia nonna era una sarta e io non mi sono fatta insegnare nulla, proprio nulla, neanche come si aggiusta un’asola. Eppure lei ci ha provato tante volte a mettermi un ago in mano. Che spreco di tradizione».  Ho sempre pensato che le lettere pubblicate dai giornali siano una testimonianza del tempo presente ben più chiara degli articoli scritti da noi giornalisti. I grandi direttori mostravano un’attenzione quasi maniacale per la corrispondenza dei lettori. Il mio primo maestro professionale, Giulio De Benedetti, il dominus assoluto della «Stampa», aveva creato una rubrica apposita chiamata «Specchio dei tempi». Ogni sera la prima bozza che voleva controllare era quella.  Lo considerava lo spazio più importante del giornale. Molto spesso era lui a scegliere i messaggi da pubblicare. E il successo strepitoso dello «Specchio» gli confermava di aver visto giusto. «Libero» fa bene a destinare due pagine alle lettere. Maurizio Belpietro non me ne vorrà se gli rivelo che le leggo prima ancora di passare al suo editoriale. Se un giorno «Libero» deciderà di raccogliere in un libro una selezione dei pareri espressi dai suoi lettori nell’arco di un anno, avremo tra le mani una testimonianza sorprendente dell’epoca che stiamo vivendo. Leggi il Bestiario integrale di Giampaolo Pansa  su Libero in edicola domenica 2 giugno

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