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La squadra degli impresentabiliTravaglio stila la lista dei cattivi

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 5 maggio 2013
Gianfranco Micciché

Gianfranco Micciché

2' di lettura

  Una buona parola per tutti. Il Fatto quotidiano, in perfetto stile Travaglio, apre questa mattina il giornale, con una carrellata delle "macchie" della squadra del nuovo governo Letta. Le vite di ministri, vice ministri, sottosegretari vengono passate al setaccio e i ritratti che ne vengono fuori sono quelli di "impresentabili". Si parte da Gianfranco Micciché, fedelissimo del Cavaliere, che voleva cambiare il nome all'aeroporto Falcone e Borsellino perché "ricordare la mafia fa male al turismo", che "inciampò nell'inchiesta nei confronti del suo collaboratore Alessandro Martello, accusato di portargli la cocaina fin dentro il ministero dell'Economia" e si finisce con Vicenzo De Luca, viceministro alle Infrastrutture, indagato del fascicolo sulla progettazione del maxi caseggiato di piazza della Libertà a Salerno, dove era sindaco, sulla quale pende l'interdittiva antimafia che il 19 aprile scorso ha colpito l'Elsa, una delle ditte impegnate nell'opera.  Poi c'è Giampiero D'Alia, ministro della P.A. in quota Udc, "noto agli utenti della rete", scrive il Fatto, "come 'l'ammazza internet' per via di un emendamento al decreto sicurezza che minacciava di oscurare i blog che non rettificassero notizie giudicate lesive di chi vi fosse citato". E ancora: Bruno Archi, agli Esteri,  già teste a difesa nel processo Ruby, Filippo Bubbico (Interno) che ha un processo in corso per abuso d’ufficio,  Ilaria Borletti Buitoni, che ha donato 710.000 euro a Scelta Civica, Cosimo Ferri (Giustizia) il cui nome compare (pur non mai stato indagato) in diverse inchieste, da Calciopoli alla P3, Carlo Ghirlanda (alle Infrastrutture) "cementiere e deputato più volte a colloquio con l'amico Denis Verdini nell'inchiesta sulla Cricca. Non fu indagato ma nelle telefonate curava gli interessi della propria ditta", scrive il Fatto.  Grande spazio è riservato alla figura di Antonio Catricalà, amico di Gianni Letta, "che vanta uno strepitoso curriculum di difensore degli interessi di Sivlio Berlusconi", collezionista di poltrone, dopo aver fatto parte del governo dei tecnici adesso è viceministro. Oltre ovviamente alla "groupie di B.", Micaela Biancofiore delle quale viene riportato tutto il suo "stupidario": dal fastidio per il bacio sulla guancia di una collega lesbica alla mitica analisi sulla crisi: "A Roma c'è gente che si fa cornetto e cappuccino alle 10 di mattina invece di lavorare" e all'ammissione: "Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano".  

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