Roma, 2 mag. (Adnkronos) - "Abbiamo perso un amico. Ci siamo sentiti tutti, con D'Agostino, Laurito, Frassica, noi di quella bellissima equipe di 'Quelli della notte', eravamo 40 persone e ci siamo vooluti un gran bene". Renzo Arbore reagisce cosi', parlando con l'AdnKronos, alla notizia della morte di Massimo Catalano, un amico che racconta per come era, ben diverso dalla maschera di dicitore di banalita' che 'indossava' per 'Quelli della notte', anzitutto "un musicista". "La sua popolarita' non era per nulla scemata ma lui aveva deciso di ritirarsi ad Amelia, con la moglie. Dopo la trasmissione aveva ancora lavorato con me e con la mia orchestra, poi mi aveva detto "preferisco ritirarmi, mi sono comprato una casetta, non voglio piu' lavorare". Io lo rimproveravo, lo accusavo di impigrirsi, ma era inutile. Come molti musicisti di jazz aveva un forte senso dell'umorismo. Insieme suonavamo, lui la tromba io il clarinetto, facevamo jazz e altro, e insieme abbiamo fatto tante apparizioni in trasmissioni di altri. Poi arrivo' al successo con I Flippers, il suo gruppo che era sulla cresta dell'onda negli anni '60, dove cantava anche Lucio Dalla". "A un certo punto mi disse 'coivolgimi nella tua trasmissione' e io gli inventai questa cosa curiosa di dire banalita', il personaggio dandy, sempre con foulard al collo, sempre a Capri, che spara solenni ovvieta'. Un successo! Ancora oggi si parla di personaggi 'alla Catalano', di 'catalanate'. Ma il vero Catalano era un musicista, un ottimo musicista di jazz antico che poi, per divertirsi, faceva altro", conclude Arbore.