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Ineleggibilità, Onida: "Non applicabile a Berlusconi"

Il costituzionalista candidato alle primarie del Pd per il Comune di Milano: "Una degenerazione un Parlamento che vota contro una persona"
di Sebastiano Solano domenica 24 marzo 2013

2' di lettura

"Nell'applicazione dell'attuale legge mi sembra difficile poter dichiarare ineleggibile Berlusconi". Stavolta, a dirlo è l'insospettabile costituzionalista Valerio Onida, spesso ospite sulle pagine de Repubblica e candidato alle primarie Pd del 2010 per il Comune di Milano, intervenuto stamattina a Radio Popolare.  Gli anti-Cav domani in piazza - Una duro colpo per gli anti-Cav, che domani scenderanno in piazza Santi Apostoli a Roma per sostenere, ancora, l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi in base alla legge 361/57, guidati dall'ateo-giustizialista Paolo Flores D'Arcais, che sull'anti-berlusconismo ha costruito una carriera. E ciò, avverrà nonostante la forte presa di posizione di Giorgio Napolitano, che ha richiamato all'ordine i partiti politici, sottolineando la necessità di "garantire al Cavaliere la partecipazione politica". Il giurista: "Non si può legiferare contro una persona" - Onida, uno dei giuristi più stimati, ha quindi spiegato, da costituzionalista qual è, la sua tesi: "Il Parlamento non dovrebbe mai legiferare a favore o contro interessi personali", ha premesso. Per poi aggiungere: "Abbiamo una lunga storia di leggi ad personam, abbiamo una situazione giudiziaria con elementi anche critici, ma immaginare che il Parlamento e il governo si muovano per favorire o per non favorire soluzioni giudiziarie di una singola persona, mi sembrerebbe una brutta degenerazione".  La legge del '57 non è applicabile - Quindi - in punta di diritto come avrebbe detto Antonio Di Pietro - il presidente emerito della Corte costituzionale ha motivato: "Fino ad ora la legge non è stata ritenuta applicabile nei confronti di Berlusconi, visto che non è più il rappresentante legale dell'azienda di cui è proprietario". E' il noto, evidentemente non a tutti, principio ne bis in idem, ovvero l'impossibilità di applicare nei confronti di un persona una legge già ritenuta inapplicabile. Ora, al costituzionalista che Pd e M5S avrebbero visto bene alla presidenza del consiglio, non resta che spiegarlo ai professionisti dell'anti-berlusconismo.

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