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Nel giallo Montepaschic'è anche la bancacomperata tre volte

Acquistando Antonveneta, il Monte pagò anche una società che però era già stata venduta ad altri. E poi fu ceduta ancora a prezzo maggiorato
di Matteo Legnani giovedì 31 gennaio 2013

4' di lettura

  di Andrea Morigi Può capitare perfino agli scaltri banchieri di sinistra la sventura di vedersi soffiare da sotto il naso l’affare della vita. Che si sia trattato di un’ingenuità o di un calcolo, nello scandalo Mps spunta un elemento nuovo: il giallo di Interbanca. Gli spagnoli del Banco Santander, che invece hanno fiuto da vendere e nelle trattative ci sanno fare, sono stati in grado di rivendersela per ben tre volte di seguito nel volgere di soli tre mesi, facendone salire vertiginosamente il prezzo a ogni successiva partita di giro. Ma a Siena pare che non se ne siano nemmeno accorti. Eppure, entrare in possesso di quella società con tutta probabilità avrebbe potuto ripianare qualche buco di bilancio, magari evitare il ricorso ai Monti-bond e allontanare il rischio di commissariamento e forse avrebbe consentito di mettere un sacco di altra polvere sotto il tappeto. Oppure potrebbe essere stato lo strumento principale utilizzato per creare un po’ di valore fittizio, da nascondere in qualche piega di bilancio. La storia è strana. In pratica è come se voi compraste una casa senza l’annesso garage. Ma al momento del rogito pagate entrambi gli immobili, entrando però in possesso soltanto della casa mentre il garage il vecchio proprietario, nel frattempo, lo ha già venduto a un altro. Quest’ultimo, però, s’impegna a rimborsarvi. Quando? Chissà. Ecco come mai nel novembre del 2007, durante le trattative, con gli spagnoli del Banco Santander, assistito da Banca Rothschild per l’acquisizione della Banca Antonveneta, il Monte dei Paschi di Siena chiede di scorporare una società controllata, Interbanca, acquisita dagli olandesi di Abn Amro nel 2006. Così Santander, che dal 2007 controlla a sua volta Abn Amro, il 30 maggio 2008 vende Antonveneta a Mps per 10 miliardi e 137 milioni di euro, ma mette nel conto anche 894 milioni per Interbanca, più 230 di interessi. Strano. Pagare a caro prezzo - e fra l’altro in contanti - una società solo perché rimanga di proprietà altrui è un fatto insolito, soprattutto se si è appena acquistata la banca che la controllava per un importo di molto superiore al suo valore, 9 miliardi e 894 milioni di euro invece di 6. Tanto più che, appena dieci giorni prima, il 20 maggio 2008, Interbanca era stata venduta da Antonveneta a Sterrenbeck, controllata da Abn Amro. Già al secondo atto, i passaggi risultano un po’ troppi e in po’ troppo complicati per risolverli così, nel documento informativo relativo all’acquisizione da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena dell’intero capitale sociale di Antonveneta: «Il corrispettivo della cessione della partecipazione in precedenza detenuta da Banca Antonveneta nel Gruppo Interbanca, a seguito del contratto di cessione stipulato con Sterrenbeck B. V. è stato classificato nella voce “Crediti verso banche”. Il valore esposto è pari all’importo contrattualmente pattuito (pari a circa Euro 894 milioni) per la cessione delle azioni di Interbanca e del corrispettivo relativo alla cessione di alcune obbligazioni convertibili in azioni Interbanca in precedenza detenute da Banca Antonveneta (pari a circa Euro 6 milioni)». Capire se, quando e come in seguito Sterrenbeck abbia estinto quel debito è un’impresa quasi impossibile. La documentazione relativa sarà destinata a essere inghiottita nel nulla perché l’istituto di credito padovano Antonveneta non pubblicherà mai il proprio bilancio 2008, a causa del suo scioglimento e della sua trasformazione in Nuova Antonveneta. Nei bilanci di Mps, sotto quella voce, non compare chiaramente un riferimento a Sterrenbeck e Interbanca. Insomma, se non fosse per la trasparenza olandese, peraltro pretesa dalla Security Exchange Commission statunitense, non si verrebbe mai a sapere quel che risulta da una comunicazione inviata il 27 marzo 2009 e dal bilancio di Abn Amro relativo all’esercizio 2008. Sotto la voce: «Vendita di Banca Antonveneta» si comunica che l’operazione completata a maggio è stata perfezionata a un prezzo di vendita di 9.894 milioni di euro, con un guadagno di 2.357 milioni. Quel che risulta meno comprensibile è il motivo per il quale «nel luglio 2008 Banco Abn Amro Real S. A., Interbanca Spa e altre entità acquisite da Santander sono state vendute a Santander per 15.431 milioni di euro, risultanti in un guadagno sulla vendita di 10.647 milioni». Anche in questo caso, risulta impossibile determinare il reale valore di mercato di Interbanca, frammisto a quello di altre società. Di certo, un mese dopo l’oscura cessione da parte di Antonveneta ad Abn Amro, Interbanca passa nuovamente di mano e finisce ancora a Santander insieme con una controllata brasiliana e ad «altre entità». Non è chiaro che cos’abbia consentito di vendere in blocco a 15 ciò che pochi mesi prima valeva meno di 5. E il mistero alimenta altri interrogativi senza risposta. Di certo, non è mai emersa la notizia di una svalutazione di Interbanca, tanto meno pari a quella a cui si è visto obbligato il Monte dei Paschi per ridimensionare il valore di Antonveneta. Ma, nel gioco delle tre vendite, il ruolo di Giuseppe Mussari e del management di Mps rimane ancora tutto da chiarire.  

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