Roma, 13 ott. - (Adnkronos) - "In una società in cui l'utile (ciò che produce profitto) sembra dettare legge in ogni ambito della nostra vita, mi è sembrato opportuno ricordare che l’inutile (quei saperi che non producono guadagno) è molto più utile dei soldi. L’unica occasione che abbiamo, come esseri umani, di diventare migliori ce la forniscono l’istruzione, la ricerca scientifica, i classici, i musei, le biblioteche, gli archivi, gli scavi archeologici: e non è un caso che la scure dei governi e della crisi si abbatta purtroppo proprio su quelle cose ritenute inutili". Nuccio Ordine, professore ordinario di Letteratura Italiana nell’Università della Calabria, parla così all'Adnkronos del suo nuovo libro, 'L'utilità dell'inutile. Manifesto', edito da Bompiani (pp. 262, euro 9). Dopo lo straordinario successo in Francia (il volume è balzato al 17 posto dei libri più venduti nella saggistica con tre edizioni in 9 mesi) e l'accoglienza dei grandi quotidiani europei (il direttore de 'Le Monde des Livres', Jean Birnbaum, gli ha dedicato il primo editoriale del 2013, mentre due articoli sono apparsi su 'El Pais', uno dei quali a firma di Fernando Savater), in Italia, a due settimane dalla sua pubblicazione da Bompiani, il saggio è già in ristampa. Attraverso le riflessioni di grandi filosofi, da Platone a Bruno fino a Kakuzo Okakura e García Márquez, l'autore mostra come l’ossessione del possesso e il culto dell’utilità finiscano per inaridire lo spirito, mettendo in pericolo non solo le scuole e le università, l’arte e la creatività, ma anche alcuni valori fondamentali come la 'dignitas hominis', l’amore e la verità. "Attraverso la parola dei classici, dall’antichità ai nostri giorni -spiega ancora Ordine- ho voluto mostrare l’utilità dell’inutile e l’inutilità dell’utile (quante cose 'inutili' ci vengono imposte come 'utili'?). La logica commerciale del profitto non solo sta progressivamente distruggendo l’istruzione (trasformando le scuole e le università in aziende e gli studenti in clienti), ma ha talmente inaridito lo spirito a tal punto da rendere disumana l’umanità". (segue)