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Travaglio: i giuristi "scudi umani" nel cervello hanno banane e sifoni del water

La firma del Fatto si scaglia ancora una volta contro Onida, Capotosti, Violante & Co, dubbiosi sulla legge Severino. Tesi: tutti schiavi di Napolitano e Berlusconi
di Giulio Bucchi sabato 31 agosto 2013

Travaglio, vicedirettore del "Fatto Quotidiano"

2' di lettura

Li chiama "scudi umani", il Fatto quotidiano, e mai nomignolo fu più azzeccato. Almeno a giudicare i siluri e le granate che Marco Travaglio, da qualche settimana, sta lanciando contro tutti coloro che, politici o giuristi che siano, osano sollevare qualche dubbio sul funzionamento e l'applicabilità della legge Severino. Già nel suo editoriale di 7 giorni fa il vicedirettore si scagliava contro Michele Ainis e compagnia, e oggi la firma più manettare che c'è prosegue col suo tiro al piccione, pardon alle colombe. Il titolo, sottile, non inganni. Dietro i "Cavilli di razza" si nascondono bordate mica male, col solito buon gusto travagliesco. Per esempio, inizia definendo i "giuristi di corte" Capotosti, Onida, Vietti, Galli e, non ultimo, Violante "strani personaggi molto flessibili, anzi pieghevoli, posizionati preferibilmente nei dintorni del centrosinistra ma molto graditi all'occorrenza anche a destra". Il ritornello è sempre il solito: com'è che non si sono accorti già qualche mese fa che la legge Severino rischiava di essere incostituzionale? Forse perché, insinua Travaglio, "radiografando i loro cervelli sotto il copricapo da corazziere si ottengono figure geometriche tortuose e irregolari dalle forme più bizarre: ora a zigzag, ora a serpentina, ora a torciglione, ora a banana, ora a sifone del water". Come al solito, chi ha un dubbio è un servo (di Napolitano, di Berlusconi, di tutti e due insieme) oppure un totale incompetente o, nel caso, analfabeta costituzionale. D'altronde, insinua il vicedirettore del Fatto , questi scudi umani hanno fatto "fulminanti carriere" perché sono sempre stati pronti a rispondere al richiamo ogni qual volta "il Cainano ricatta tutti e minaccia di spaccare tutto perché una sentenza o una legge non collimano con i cazzi suoi". Quando invece le manette non scattano ai suoi desiderata, a incazzarsi è Travaglio.

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