Roma, 17 nov. (Adnkronos) - Donne forti, energiche, moderne. Figure femminili al passo con i tempi, capaci di invertire la rotta tenendo testa agli uomini. E in grado, in molti casi, di batterli con l'arguzia e con l'arma della seduzione. Sono così, secondo Patrizia Genovesi, le 'donne' di Giuseppe Verdi. Eroine che la fotografa racconta nella mostra 'Donne di Giuseppe Verdi', allestita Roma, da venerdì prossimo al 28 novembre, al Circolo del ministero degli Esteri. Una galleria di immagini e video in cui l'artista reinterpreta le eroine che hanno arricchito le opere del maestro di Roncole, da Lady Macbeth ad Azucena passando per la Violetta de 'La Traviata. "Evidenzio -spiega all'Adnkronos Genovesi- alcuni aspetti particolari delle donne verdiane: non più svenevoli e arrendevoli, come sono descritte dall'Ottocento romantico, ma attive e forti come emergono in tante opere verdiane". In altri termini, nelle creazioni della fotografa, affiora l'idea di una donna "moderna". Ed è proprio per questo, sottolinea, "che si parla di una rivisitazione postmoderna con alcune cose addirittura tratte dalla psicoanalisi. Tanto per fare un esempio, rappresento Lady Macbeth nella sua identità claustrofobica e di follia, cioé nella perdita progressiva della cognizione di sé". Un percorso che, insomma, ricostruisce l'immaginario femminile verdiano attingendo a criteri inediti per l'epoca del compositore. Un viaggio nel suo universo che "avviene sia attraverso le fotografie -dice l'artista- sia attraverso i video nei quali sintetizzo la storia di alcune donne verdiana: Azucena del Trovatore, Violetta della Traviata, Lady Macbeth e Odabella di 'Attila'".(segue)