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Cassazione: da' ragione a Previti, nuovo processo per Travaglio

domenica 3 marzo 2013

2' di lettura

Roma, 1 mar. (Adnkronos) - La Cassazione da' ragione all'ex deputato di Forza Italia Cesare Previti e dispone un nuovo procedimento nei confronti di Marco Travaglio, accusato di diffamazione perche' sull"Unita" del 2 dicembre 2006 aveva scritto un articolo riferendo che Previti era "rientrato presso il luogo di esecuzione della misura della detenzione domiciliare oltre le due ore concesse dal magistrato di sorveglianza, peraltro per provvedere alle esigenze di vita e non per recarsi nel proprio studio professionale", cosi' facendo intendere che Previti non avesse rispettato le prescrizioni della misura. Il gip presso il Tribunale di Roma aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di Travaglio, accusato di diffamazione, "perche' il fatto non costituisce reato". Dichiarato anche il "non luogo a procedere" per l'accusa di omesso controllo nei confronti di Antonio Padellaro, all'epoca direttore dell'Unita', per "insussistenza del fatto". Ora la Cassazione ha accolto la difesa di Previti, costituitosi parte civile, che ha fatto notare come l'orario di rientro in casa "era stato modificato in termini da escludere la violazione". Rinviato il caso al Tribunale di Roma per nuovo esame. In particolare, la Quinta sezione penale (sentenza 9862) ha evidenziato che "il legittimo esercizio del diritto di critica, pur non potendosi pretendere caratterizzato dalla particolare obiettivita' propria del diritto di cronaca, non consente comunque gratuite aggressioni alla dimensione morale della persona offesa". Quanto all'articolo ihncriminato, la Suprema Corte fa notare che "il requisito della verita' del fatto, sul quale si articolava la critica dell'imputato, era pertanto insussistente, risolvendosi il relativo passaggio dell'articolo nell'immotivata imputazione a Previti di una condotta di evasione". Secondo la Cassazione, sono "inconferenti rispetto a questo dato le argomentazioni a sostegno della decisione di proscioglimento contenute nella motivazione della sentenza che risulta pertanto carente ed illegittimamente preclusiva del necessario approfondimento dibattimentale". La Suprema Corte giudica altrettanto "inconferente l'affermazione per la quale l'accenno alla violazione dell'autorizzazione all'allontanamento" da parte di Previti "sarebbe ininfluente, in quanto inserito nel piu' ampio contesto di una narrazione con tono ironico delle vicende giudiziarie del Previti, con un intento critico rivolto alla tendenza dei parlamentari italiani a valutare come persecutorie tutte le iniziative giudiziarie assunte nei loro confronti".

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