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Cambio di scuola: come fare?

La paura di una situazione nuova è normale nei più piccoli
di giovanni morelli domenica 20 gennaio 2013

2' di lettura

Già nel 1964 alcuni famosi ricercatori dell’Università di Washington avevano individuato una serie di 43 eventi che appaiono, con frequenza, prima del manifestarsi di alcune malattie somatiche. L’analisi di questi eventi ha mostrato come questi, in misura maggiore o minore, provochino un cambiamento delle precedenti condizioni di vita della persona e richiedano, quindi, un riadattamento a nuove situazioni. Al 32° e al 33° posto di questo elenco apparivano, rispettivamente, il cambiamento di residenza  e il cambiamento di scuola. Il trasloco rappresenta, per adulti e bambini, un evento chiaramente stressante. È un’esperienza capace di mettere in moto emozioni, paure, inquietudini che riguardano il distacco dalla sicurezza offerta dai luoghi, dalle persone, dalle abitudini familiari per proiettarsi verso l’incertezza del cambiamento e le prospettive del domani. Se è pur vero che i bambini piccoli mostrano di possedere maggiori risorse e migliori capacità di adattamento degli adulti, è altrettanto vero che le loro modalità di pensiero, ancorate alla concretezza, li spingono a fidarsi, prevalentemente, di ciò che riescono a controllare attraverso l’esperienza diretta. Le previsioni sul futuro, che non si basino su precedenti verifiche, appaiono loro confuse ed incerte. La paura delle situazioni nuove accompagna, normalmente, tutti i bambini tra i 6 ed i 10 anni. A quest’età, i bambini, hanno già costruito proprie abitudini quotidiane da cui dipende la loro sicurezza. Cambiamenti repentini e profondi minacciano la giovane capacità di controllo sulla realtà esterna che cominciano ad esercitare autonomamente. La capacità dei genitori di cogliere il disorientamento dei figli e di accogliere le proteste per il loro disagio, sono un ottimo punto di partenza per accompagnarli e sostenerli in questo delicato passaggio. I genitori devono essere stimolati a recuperare il “pensiero bambino” che ha accompagnato anche la loro infanzia, per poter condividere il punto di vista attraverso il quale i piccoli percepiscono l’esperienza del cambiamento. Sintonizzati pensieri ed emozioni sulla stessa frequenza, non sarà difficile, per una mamma attenta trovare soluzioni concrete e creative che consentano ai figli un distacco graduale dalle “vecchie” routine, aiutandoli a conservare gli affetti a lei cari (invitando più volte i “vecchi” amici a giocare nella nuova casa) ed, infine, ad imparare a conoscere e riconoscere, attraverso numerose, giocose ed avventurose esplorazioni, i nuovi ambienti. In particolare, poi, oltre a visitare il nuovo edificio scolastico, i genitori potranno incontrare insieme ai figli le nuove insegnanti, le quali, informate del “problema”, saranno, di certo, più accorte nel sostenere l’inserimento dei più piccoli. I genitori potranno poi individuare l’area giochi frequentata dai bambini del nuovo quartiere e condurre i figli più e più volte, a giocare in quello spazio per creare l’occasione di conoscere nuovi amici e, con buona probabilità, di incontrare, in anticipo alcuni dei nuovi compagni di scuola. Così la nuova aula si riempirà di volti conosciuti, e questo farà sentire i più piccoli meno smarriti e, di nuovo, un po’ a casa. (a cura della psicologa Maria Rita Parsi)

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