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Al via la Congregazione dei Cardinaliper decidere la data del Conclave

Tra i primi ad arrivare al Sinodo i possibili "papabili". Fuoriprogramma a San Pietro con un finto porporato che si intrufola tra quelli veri
di Nicoletta Orlandi Posti domenica 10 marzo 2013

4' di lettura

Alle 9.30, nell’Aula Nuova del Sinodo, il cardinale Angelo Sodano, 85enne decano del Collegio cardinalizio, ha dichiarato aperta la prima delle Congregazioni generali previste per il tempo della Sede Vacante dalla Costituzione Apostolica "Universi Dominici gregis". Alle Congregazioni generali devono partecipare tutti i cardinali non legittimamente impediti, anche se agli ultraottantenni è concessa la facoltà di non essere presenti. I papabili i più mattinieri - Tra i cardinali mattinieri il "papabile" più giovane, Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, è arrivato per secondo in Vaticano. Sceso dall’auto affettuosamente si ferma ad aspettare il suo predecessore alla sede di Manila, Gaudencio Rosales, anziano e claudicante, che poi accompagna e sostiene fino all’aula del Sinodo dove è iniziata la prima Congregazione Generale che riunisce tutti i porporati presenti a Roma in vista del Conclave (la cui data d’inizio fisseranno essi stessi). Per la cronaca il primo ad arrivare è stato l'ultraottantenne Francesco Marchisano, l’arciprete emerito di San Pietro che Papa Wojtyla guarì con un miracolo dal tumore alla gola. Se può essere considerato un segnale, altri tre papabili sono sopraggiunti di lì a poco: è arrivato con un mini-bus insieme a tutti gli arcivescovi residenziali statunitensi, che appaiono dunque come un gruppo compatto, il secondo "papabile", il cardinale di Boston Sean O'Malley, cappuccino ma per una volta vestito con la talare filettata come tutti (con l’eccezione dell’ultraottantenne cinese Zen Ze Kiun in giacca e pantaloni davvero casual, mentre l’italiano Francesco Monterisi ha un impermeabile Burbery sull'abito cardinalizio e il bioeticista Elio Sgreccia ha un basco verde sul capo); poi è stata la volta del domenicano Christopher Schoenborn, arcivescovo di Vienna e anche lui campione della lotta agli abusi, che è accompagnato fino all’ingresso dell’Aula da un collaboratore in saio francescano; infine Odilo Scherer, l'arcivescovo di San Paolo che piace tanto ai curiali, sopraggiunge in minivan con altri due brasiliani Agnello Majella e Damasceno Assis, mentre arrivano poi uno alla volta gli altri due: Claudio Hummes e Braz de Aviz, quasi a sottolineare che in Brasile non tutti i cardinali fanno squadra. Il quinto "papabile" ad arrivare è forse il più favorito, il prefetto della Congregazione dei vescovi, Marc Ouellet, in auto perchè dall’inizio della Sede Vacante ha rinunciato a girare a piedi nei dintorni del Vaticano come faceva prima, un’abitudine che aveva anche il cardinale Joseph Ratazinger al quale il porporato e teologo è da sempre particolarmente vicino. Gli italiani arrivano divisi, alla spicciolata: tra loro c'è il sesto "papabile", nella classifica dei mattinieri: il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che è accompagnato dal segretario don Capra e dall’addetto stampa, don Davide Milani. Italiani in ordine sparso - Arrivano da due direzioni opposte ma esattamente nello stesso momento il cardinale Camillo Ruini, storico presidente della Cei, e il "suo" segretario generale, Giuseppe Betori, oggi arcivescovo di Firenze, che così entrano insieme. Il suo predecessore, Silvano Piovannelli, chiacchiera con il francese Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la cultura. Angelo Bagnasco è accompagnato in auto fin quasi nell’atrio (lo fanno in pochi e all’autista di uno del cardinale indiano Toppo accade anche che sceso il porporato la Bmw bianca ultimo modello si inchiodi, e debbano intervenire dall’autoparco).  Da solo giunge poi il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, forse il più cordiale con giornalisti e operatori: "Il Signore ci aiuti a lavorare bene", dice per non lasciare del tutto senza virgolette le cronache di questa mattina. "Andiamo per riflettere e pregare", gli fa eco il prefetto per gli Affari Economici Giuseppe Versaldi che provocato dai giornalisti sulla possibilità di un Papa italiano si lascia sfuggire: "Vorrei vedere che ci fosse una discriminazione". L'arcivescovo di Parigi, Andrè Vingt-Trois, aggiunge una considerazione più significativa: "Quando il Conclave inizierà dipende dal lavoro fatto nelle Congregazioni". Il ghiaccio è rotto, così quando arriva l’arcivescovo di Siviglia, che non a caso si chiama Carlos Amigo Vallejo, parte una raffica di domande e lui non si sottrae: la riforma della curia uno dei primi obiettivi del pontificato? "Il Papa - risponde gelando le attese di qualche curiale che si sente candidato - non deve essere tecnocrate o esperto economia, ma pastore: il pastore della chiesa universale". Deve essere giovane? "Giovane o anziano - replica - non importa, sarà quello che Dio sceglierà". Il Conclave sarà breve? "Vedremo, sono sempre stati brevi", taglia corto infine l’arcivescovo di Siviglia opponendo poi un "non so" alla domanda su quando si deciderà la data del Conclave e in "no" secco a chi gli chiedeva se la Chiesa è divisa. Fuori programma - Un falso vescovo, in realtà un buontempone abbigliato per altro in modo approssimativo con una talare piuttosto corta, crocifisso e catena fuori ordinanza e una sciarpa viola al posto della fascia, è riuscito ad entrare in Vaticano confondendosi tra i più di 100 cardinali che entravano per partecipare alla prima Congregazione Generale. Ovviamente è stato poi accompagnato fuori strappando qualche risata alle troupes televisive che hanno assistito alla scenetta.

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