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Filippo Facci umilia Antonio Di Pietro: ecco la prova, parla arabo

di Andrea Tempestini domenica 22 novembre 2015

2' di lettura

Islam moderato, titoli moderati: trovare un linguaggio comune è la cosa più importante. Chi meglio di Antonio Di Pietro? Ecco il suo contributo (iperstestuale) espresso ieri mattina a «Coffee Break», su La7: «Guardi, si fa presto a riempirsi la bocca... ehm... di... ergh... agenti segreti, la sicurezza, la la... il controllo del territorio... tra i dire e il fare non è mica facile, eh, perché prendi case di questo genere, per poi accorgersi semplicemente quando è già fatta la frittata, non è facile andare all’interno... ma prevenire: bisogna prevenire, ma bisogna anche avere il senso del... ergh... la responsabilità di dire fino a che punto è possibile, ecco perché io ritengo, quel che sta succedendo, che succederà questa manifestazione che fanno... Ergh… domani, sia importante per un motivo molto semplice: perché deve far capire al popolo italiano che... l’islam è una cosa... bh... è una cosa, ebeh... l’Isis è un’altra, che... ergh... la religione musulmana è una cosa, che coloro che... usz.. zhezhe... si riempono la bocca di questa parola ma che in realtà... ergh... sono problemi psichiatrici, sono problemi mentali, sono problemi che... per risolverli bisogna semplicemente isolarli e cercare che qualcuno dica di chi li conosce, di chi ha rapporti con lui, ci dica qualchecosa. Ecco perché sotto questo aspetto io ritengo che il messaggio che viene mandato in questo momento dalle istituzioni, anche dal governo Renzi che io ho sempre contrastato con tante altre (incomprensibile) sia un messaggio corretto... in questo momento dobbiamo stare tutti uniti. Questo momento cominciare a fare polemica quello non va bene quello non va bene quello non va bene, serve semplicemente a creare confusione... il... quel che a me preoccupa qual è? È il proselitismo... quel che a me preoccupa è che ci sono menti malate che vedendo tutto quel che sta vedendo, lo voglio fare anch’io, lo voglio fare anch’io. Perché viene in mente a fare tutto questo. Ecco, in questo senso che cosa può avvenire? Il controllo del territorio siamo innanzitutto noi stessi, senza stare seduto sulla sedia e pensare: perché quello non ha fatto quello? Ma mica è Mandrake, il poliziotto, bisogna che qualcuno glielo dico, e allora quando succedono queste cose, come quelle che avete visto adesso in questa ragazza, sicuramente, nel suo entourage, nel suo ambiente, nel suo territorio, tante persone hanno capite che qualcosa non andava, e allora facciamo una cosa: d’ora in poi ogni volta che capiamo qualcosa che non va, meglio una una segnalazione in più, magari sbagliata... non chiudiamoci... perché i migliori agenti in sicurezza di noi stessi siamo noi stessi. Dobbiamo essere tutti partecipi tutti insieme. Io mi metto a dire male del governo Renzi perché poteva mettere più poliziotti: ma se ci stai pure tu a vederle e segnala il fatto, no?». Così disse il noto moderato Antonio Di Pietro: perché trovare un linguaggio comune - tra l’italiano e l’arabo - è la cosa più importante. di Filippo Facci

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